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Sigarette elettroniche, consumatori italiani sfiduciano vertici Innco

Polemica fra l'associazione italiana e la rete internazionale dei consumatori sulla petizione europea Vaping is not tobacco.

Acque agitate nel campo dei consumatori, almeno a livello di associazioni. Proprio alla vigilia dell’Assemblea generale di Innco, la rete internazionale delle associazioni dei consumatori, scoppia la polemica con l’italiana Anpvu, che aveva aderito all’organizzazione rete un anno fa. Motivo del contendere sarebbe la petizione europea Vaping is not tobacco, per la quale l’associazione italiana si sta spendendo molto, ma non ancora sposata da Innco. Durante l’assemblea generale se ne sarebbe dovuto discutere, ma il consiglio direttivo di Innco ha rifiutato di ammettere ai lavori il delegato scelto da Anpvu, con la motivazione che non si trattava di un consumatore puro, ma di un rappresentante dell’industria. “Un atteggiamento – commenta il presidente Carmine Canino – che riteniamo inaccettabile e che di fatto ha privato la nostra associazione del diritto di voto”. Per questo Anpvu ha formalizzato in una lettera la sfiducia verso l’attuale consiglio direttivo di Innco.
Di seguito il comunicato di Anpvu.

In data 7 giugno, il presidente di Anpvu Carmine Canino, ha scritto a tutti i membri di Innco ed al Consiglio per chiedergli di valutare l’opportunità di appoggiare la petizione europea Vaping is not Tobacco per la sua importanza a livello europeo.Il 9 Giugno il direttore operativo comunica che il consiglio e il segretariato generale, riconoscendo l’importanza della questione decide di apportare una modifica all’ultimo minuto all’ordine del giorno dell’assemblea generale che si sarebbe tenuta il 13 giugno  a Varsavia, nell’ambito del Global Forum on Nicotine 2019. L’11 giugno l’Anpvu comunica il nominativo del proprio delegato che avrà il compito di presentare la petizione. Ieri, 12 giugno, viene contattato il nostro delegato dicendogli che la presentazione e la sua partecipazione era annullata, in quanto lui non è un semplice consumatore.
Non è indicato in alcun documento interno dell’associazione Innco un qualsivoglia tipo di restrizione per quanto riguarda le deleghe. Ci è sembrato irrispettoso nei confronti di tutti i consumatori negare il diritto di voto ad un nostro rappresentante, che, nel momento in cui ci rappresenta, perde ogni propria valenza personale o interesse economico per acquistare il titolo di rappresentante dell’associazione. Peraltro, l’articolo 16 dello statuto di Innco, tuttora vigente, in materia di voto all’assemblea generale, specifica: ‘un solo delegato può votare per conto di un socio ordinario. Questo delegato con diritto di voto deve: far parte del consiglio direttivo dell’organizzazione che rappresenta, o essere semplicemente autorizzato dal consiglio direttivo dell’organizzazione come delegato con diritto di voto’.
Visto che la posizione del consiglio è rimasta ferma sulla cancellazione e il mancato riconoscimento del nostro delegato a partecipare all’assemblea, abbiamo formalizzato la lettera di sfiducia verso l’attuale consiglio Innco. Il voto di sfiducia del presidente Carmine Canino è stato dettato dall’accordo con il quale la delegazione era prima stata accettata e poi messa in discussione, privando di fatto l’associazione del diritto al voto tramite un proprio delegato. Un atteggiamento questo che riteniamo inaccettabile”.

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