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Sigarette più care? Aumenterebbero anche tassa liquidi e contrabbando

Secondo uno studio di BAT Francia, l'incremento del prezzo del tabacco ha penalizzato le tabaccherie ma non le reti vendite parallele.

L’Istituto superiore di sanità e il Ministero della salute chiedono da tempo di innalzare drasticamente il prezzo del pacchetto di sigarette. Anche in occasione della Giornata mondiale senza tabacco, sono stati molti gli interventi che andavano in questo senso. E tutti hanno citato l’esempio francese come modello da emulare. Macron ha infatti stabilito che nel volgere di tre anni il pacchetto di sigarette dovrà essere venduto nelle tabaccherie a non meno di 10 euro. Attualmente il prezzo medio è di 8,5 euro. Ma c’è tempo ancora un anno per raggiungere la fatidica soglia della doppia cifra. Non bisogna però dimenticare che in Italia il prezzo del tabacco incide direttamente anche sull’imposta di consumo applicata ai liquidi di ricarica per sigarette elettroniche, con e senza nicotina. Se il prezzo delle sigarette in Italia raggiungesse quota 10 euro, l’imposta sui liquidi di riflesso aumenterebbe di circa il 120 per cento, avvicinandosi a circa 2,5 euro per 10 millilitri.
Secondo uno studio realizzato dalla divisione francese di British American Tobacco, l’incremento del prezzo del tabacco ha fatto segnare un calo delle vendite di sigarette nelle tabaccherie del 28,4 per cento. Ma non vuol dire che il consumo sia sceso. Anzi, sono aumentati gli acquisti transfrontalieri e il contrabbando. “Questa rete vendita parallela – commenta il responsabile per l’Ovest Europa di Bat  – partecipa alla distruzione accelerata della catena dei tabaccai e rappresenta un mancato introito per lo Stato“. Le politiche proibizionistiche non hanno mai giovato all’economia. Al contrario, informare i cittadini dell’esistenza di opportunità meno rischiose per la salute (e più economiche) potrebbe essere l’unica strategia realmente efficace per prevenire le malattie fumo correlate.

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