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Calcio e sigarette, Dario Hübner si confessa: “Fumavo davanti a tutti”

"In quegli anni ero un po’ ingenuo: ero una persona talmente trasparente che se volevo fumare lo facevo davanti a tutti".

Calcio e sigarette. Potrebbe sembrare un’antitesi e invece è un binomio che accomuna molti calciatori. Dario Hübner era un centravanti vecchio stile, capocannoniere della Serie A a 35 anni giocando nel Piacenza salvo all’ultima giornata. Era uno di quelli che annusava il gol come pochi altri. E dove ha giocato ha sempre fatto la differenza, contribuendo alla salvezza o alla promozione delle squadre in cui ha militato: Cesena, Piacenza ma soprattutto Brescia. Nelle Rondinelle aveva due big dietro le spalle che gli lanciavano palloni come pochi altri al mondo hanno mai saputo fare. Quello a fine carriera si chiamava Roberto Baggio, l’astro nascente era un certo Andrea Pirlo. Sentiva la porta come pochi: quello che gli importava era solo buttarla dentro. Ma aveva un vizio: fumava, e anche tanto, non meno di un pacchetto al giorno. Anche poco prima delle partite. Lo ha confessato rispondendo ad una domanda di Simone Lo Giudice per la Gazzetta dello Sport. “In quegli anni ero un po’ ingenuo: ero una persona talmente trasparente che se volevo fumare lo facevo davanti a tutti. Sappiamo benissimo che la maggior parte dei calciatori fuma, ma sono intelligenti e lo fanno di nascosto. Sono sempre stato uno genuino e non avevo paura di mostrarmi come ero davanti alla gente: forse per questo motivo ho dato un’immagine un po’ particolare di me, ma non ero l’unico che fumava anzi…“. Come ha detto l’ex presidente del Brescia, Corioni, con qualche sigaretta e qualche bicchiere di grappa in meno sarebbe stato un centravanti che avrebbe scritto pagine di storia del calcio. Chissà se è davvero così E magari, senza i polmoni affumicati, avrebbe potuto indossare maglie ancora più blasonate, tipo quella dell’Inter, sua squadra del cuore.

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