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Confezione neutra anche per i liquidi della sigaretta elettronica?

La proposta arriva dal Canada: via tutte le immagini, le scritte e i colori dai flaconi di e-liquid.

Addio immagini colorate, caricature simpatiche, frutti e vivande varie. Le confezioni dei liquidi per sigarette elettroniche potrebbero diventare tutte uguali, senza immagini e di un solo colore. È la conseguenza della parificazione tra il tabacco e i prodotti liquidi da inalazione. Nei Paesi che hanno stabilito che le sigarette devono essere vendute in pacchetti neutri, il provvedimento potrebbe colpire anche i prodotti del vaping. In Canada la discussione è iniziata da tempo e la proposta shock arriva dal capo della sanità pubblica di Ottawa, la dottoressa Vera Etches. “I diversi gusti attraggono i giovani e sono incoraggiati ad assaggiarli. I giovani sono più influenzabili a cominciare a svapare con liquidi aromatizzati, in particolare con gusti zuccherati e fruttati. Mischiandoli alla nicotina possono avere la percezione che non stia usando un prodotto pericoloso“. La proposta prevede che nelle confezioni a tinta unita di colore marrone  possano esserci solo il nome del liquido e del produttore, oltre tutte le frasi di pericolo e di avvertenze obbligatorie.
Se è vero che parte dei consumatori sceglie un liquido per la popolarità sul web o per l’immagine accattivante della confezione (come ad esempio succede per le copertine dei libri), è anche vero che un adolescente – età della ribellione – se non avesse a disposizione la sigaretta elettronica sarebbe certamente attratto dal tabacco tradizionale. Prevenire un rischio significa mettere a disposizione strumenti alternativi che possano in qualche modo incidere sulla ridotta capacità tossica. La sigaretta elettronica, da questo punto di vista, è lo strumennto più efficace per ridurre i rischi alla salute causati dalla combustione di tabacco. Trovare un giusto compromesso potrebbe essere, come spesso succede, la soluzione migliore. Da un lato, le istituzioni potrebbero provare a percorrere la strada della riduzione del rischio e del danno accantonando quella della “zero dipendenza”, ma dall’altra ci vorrebbe anche la buona volontà da parte dei produttori di evitare forme di marketing e packaging troppo aggressivo o rivolto al pubblico giovanile.

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