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Potrebbe sembrare un paradosso ma la metropoli di Shenzhen, sede delle maggiori industrie di produzione di sigarette elettroniche, ha vietato l’utilizzo del dispositivo elettronico in gran parte della città. A riferirlo è l’agenzia di stampa nazionale Xinhua. Il divieto riguarda tutte le aree pubbliche, comprese le fermate dell’autobus e le aree di attesa.
Come aggiunge l’Ansa, il divieto segue quello imposto da altre città cinesi, tra cui Hong Kong, Macao, Hangzhou e Nanning. Secondo un rapporto pubblicato a maggio dal Centro cinese per il controllo delle malattie e la prevenzione, sono i più giovani a rappresentare la categoria demografica più rilevante di utilizzatori di sigarette elettroniche e il consumo è aumentato fra il 2015 e il 2018. Finora, sono quarantadue i Paesi e le regioni del mondo che hanno vietato o limitato l’utilizzo di sigarette elettroniche nei luoghi pubblici. La limitazione della sigaretta elettronica rientra in una più ampia strategia di governo di lotta al fumo. L’obiettivo è di ridurre il numero di fumatori, portandolo al 20 per cento entro il 2030, cifra che sarebbe inferiore anche a quella italiano dove i fumatori si attestano al 22 per cento della popolazione mentre in Cina sono ad oggi il 26,6 per cento.