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Divieto di fumo in spiaggia, Filippo Facci va controcorrente

"Nessuno si vergogna a rimbrottare un tizio che stia fumando in ospedale, ma chi avrebbe il fegato di rompere i coglioni a uno che se ne stia in pace in un angolo della spiaggia a fumarsi la pipa? Risposta: il Codacons, quello che già nel 1999 denunciò i fumetti di Tex Willer perché i cowboy fumavano"

Sarà l’estate delle spiagge senza fumo. Sempre più numerose sono le amministrazioni comunali che stanno emettendo ordinanze per vietare il fumo mentre si prende la tintarella lungo le coste italiane. Cori unanimi d’approvazione da parte del Ministero della Salute e dell’Ambiente. Ma c’è anche qualche voce dal coro. Una di questa del giornalista, fumatore e vaper Filippo Facci che, come è sua caratteristica, non le manda a dire. Come il fanatismo per Greta Thunberg – scrive nell’edizione cartacea di Libero – l’ansia di vietare il fumo è diventato un buon indice per misurare l’idiozia moderna. In quest’ultimo caso i provvedimenti sono di due tipi: quelli contro il fumo (spesso discutibili, come ogni cosa) e poi quelli contro i fumatori, miranti non tanto a risolvere un problema ma a rompere i coglioni a una corposa minoranza. A parte la famigerata Legge Sirchia (poi ridimensionata dalla realtà) un’altra grande nemica dei fumatori, a margine di una maternità, divenne l’ex ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che annunciò divieti nei parchi pubblici, negli stadi, nelle spiagge attrezzate, nelle auto; più altri divieti assurdi tipo che gli attori fumassero nei film. Che cos’è rimasto di tutto questo? È difficile da capire, perché i giornali tendono a sparare nei titoli «nuova legge» sia che sia stata promulgata, e cioè in vigore, sia che si tratti dell’irrealizzabile e balzana provocazione dell’ultimo scemo di parlamentare. A questo si aggiunge che, se anche una legge è stata approvata, magari si rivela così stupida che ci si vergogna e chiederne il rispetto. Nessuno si vergogna a rimbrottare un tizio che stia fumando in ospedale, ma chi avrebbe il fegato di rompere i coglioni a uno che se ne stia in pace in un angolo della spiaggia a fumarsi la pipa? Risposta: il Codacons”.
Più chiaro di così. Ma Facci continua. “Sì, perché nell’urgenza di dover fare sempre notizia (va sempre ricordato che si tratta di un ex partito politico alleato con Prodi, tra l’altro) il Codacons è quello che già nel 1999 denunciò i fumetti di Tex Willer perché i cowboy fumavano, per dire: e pur di finire sui giornali (replicheranno anche a questo articolo, vedrete) sono disposti a tutto, quindi, ora, anche a presentare una diffida a tutti i prefetti affinché rendano effettivo il divieto di fumo sulle spiagge di tutta Italia. Il Codacons che pretende che i comuni adottino apposite ordinanze (per quel che valgono le ordinanze) tese a contrastare «il barbaro fenomeno». Un paio di anni fa ebbero il coraggio di sostenere che il fumo sotto gli ombrelloni «può superare quello che si registra in zone a elevato traffico di auto». Oggi, resisi forse conto che era troppo una cazzata anche per loro, hanno deviato sull’abbandono di cicche e mozziconi sulla sabbia: che è un’inciviltà, certo, ma esattamente come tutto il resto, come l’abbandonare giornali vecchi o avanzi di cibo o roba che comunque, in serata, finirà nella retina del bagnino. Ma nessuno – conclude Facci – vieterebbe di leggere o mangiare in spiaggia”.

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