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Un nuovo studio presentato durante il 58 esimo congresso annuale della Society of Toxicology, che si è tenuto recentemente a Baltimora, ha messo a confronto i risultati di un’analisi tossicologica di un modello 3D del tessuto polmonare sottoposto al vapore della sigaretta elettronica e al fumo di sigaretta di tabacco. La ricerca, che non è ancora stata pubblicata, è stata condotta da Imperial Brands e dunque l’e-cigarette utilizzata era myblu, mentre quella di tabacco era la Kentucky Reference Cigarette, utilizzata comunemente come standard nella ricerca. Le cellule umane sono state esposte ripetutamente a 30, 60 o 90 soffi di vapore, fumo e aria per un periodo di quattro settimane.
I risultati, spiega l’autore dello studio Roman Wieczorek, sono stati netti e coerenti con precedenti analisi condotte sullo stesso tipo di modello: il vapore della sigaretta elettronica, pur avendo un apporto nicotinico più elevato, non ha causato reazioni significative in termini tossicologici. Ma l’osservazione più interessante di questo studio, sottolineano i ricercatori, riguarda le ciglia della superfice delle cellule, che sono delle strutture simili a dei peli con la funzione di proteggere le vie respiratorie da muco e sporcizia. Dopo quattro settimane di ripetuta esposizione al vapore non diluito della sigaretta elettronica non si registrava una diminuzione né delle cellule ciliate né, tantomeno, del numero di ciglia. “I tessuti – spiegano gli autori dello studio – erano integri e indistinguibili da quelli esposti all’aria”.
E molto diversi da quelli esposti, invece, al fumo di sigaretta che, anche quando diluito, aveva un impatto negativo sulle cellule polmonari. Con questo studio si aggiunge un nuovo tassello a dimostrazione della drastica riduzione del danno da fumo che si ottiene grazie ai prodotti del vaping.