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Sigaretta elettronica, via libera dall’associazione britannica delle ostetriche

Nel suo Position paper, il Royal College of Midwives sostiene il passaggio al vaping per le donne fumatrici in gravidanza.

È stato diffuso proprio il 31 maggio, in occasione della Giornata mondiale senza tabacco, il nuovo documento del Royal College of Midwives, l’organizzazione sindacale e professionale britannica, fondata nel 1881, che rappresenta le ostetriche del Paese. Il documento in questione si intitola “Support to quit smoking in pregnancy” ed esprime la posizione del collegio su come aiutare le donne in gravidanza a smettere di fumare. Una priorità assoluta per chi si occupa di assistere le partorienti.
In linea con la strategia di riduzione del danno adottata dal Regno Unito, il collegio delle ostetriche invita i suoi membri a sostenere l’uso della sigaretta elettronica come alternativa al fumo di tabacco. “Le sigarette elettroniche – si legge nel Position paper – contengono alcune sostanze tossiche, ma a livelli molti inferiori del fumo di tabacco. Se una donna incinta che fumava sceglie di usare un’e-cigarette (di svapare) e questo la aiuta a smettere di fumare e a continuare ad astenersi dal fumo, deve essere sostenuta nel farlo”. Non solo, “se una donna è passata completamente al vaping e si astiene dal fumo – continua il documento – deve essere registrata come non fumatrice”.
Luce verde, secondo il Royal College of Midwives, anche per l’uso della sigaretta elettronica durante l’allattamento: “In base alle prove scientifiche sulla sicurezza delle e-cigarette, non vi sono ragioni per credere che usarla abbia effetti avversi sull’allattamento. Il vaping deve essere continuato se è utile a smettere di fumare e continuare ad astenersi dal fumo”. Nel testo del documento si citano studi sull’efficacia dell’ecig come strumento per smettere di fumare e la ormai nota posizione del Royal College of Physicians, che stima la dannosità della sigaretta elettronica al 5 per cento rispetto a quella del fumo di sigaretta. Insomma, le istituzioni sanitarie del Regno Unito continuano convintamente a percorrere la strada della riduzione del danno da fumo.

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