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“Le indicazioni obbligatorie e di sicurezza impresse sulle etichette dei liquidi da inalazione, così come previsto dal Codice del consumo, devono essere scritte in lingua italiana“. A parlare è il colonnello Giovanni Battista Aspromonte, comandante del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità dei carabinieri di Bari. Al termine di una operazione durata dieci giorni che ha portato al controllo massivo di tutti i punti vendita della proncia barese, il bilancio si può definire positivo. Sono stati sequestrati flaconi di liquido di ricarica soltanto in due punti vendita della città di Bari, entrambi negozi con autorizzazione Aams. “È importante – continua il comandante – prima di vendere o acquistare un prodotto, verificare sempre che i prodotti abbiano l’etichetta in lingua italiana. L’obbligo è valido anche se i liquidi provengono da Stati facenti parte dell’Unione europea“. In caso di inosservanza, la sanzione pecuniaria parte da un minimo di 2 mila euro – a seconda del quantitativo non a norma – e colpisce il negoziante. I 243 flaconi sequestrati erano multimarca, acquistati regolarmente ma, essendo di fattura estera, privi dell’etichetta in italiano. “L’azienda di produzione o di distribuzione – spiega il comandante Aspromonte – deve sempre attenersi alla lingua del mercato che si vuole raggiungere“. È anche consentita l’etichetta in doppia lingua (ad esempio inglese e italiano) o plurilingua ma l’italiano non deve mai mancare.
Le operazioni dei Nas volte a verificare l’etichettatura a norma continueranno anche nelle prossime settimane su tutto il territorio nazionale.