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Social influencer sotto la lente della Food and Drug Administration

L'agenzia statunitense lamenta l'utilizzo poco trasparente delle piattaforme di comunicazione digitale da parte delle aziende del vaping

Dall’aprile 2018 all’aprile 2019, la Food and Drug Administration ha inviato circa 4mila lettere di avvertimento alle aziende del vaping per pubblicità occulta alla nicotina. Sono state inoltre comminate 665 sanzioni pecuniarie per vendite illecite di sigarette elettroniche o liquidi con nicotina ai minori. Sono state invece 15 le aziende di produzione colpite da sanzione per aver inserito nelle etichette dei liquidi immagini che richiamano cibo per bambini (cereali, succhi di frutta, caramelle). Gli ultimi quattro casi di aziende segnalate per pubblicità occulta alla nicotina ha in queste ore richiamato l’attenzione dei giganti della comunicazione social Facebook, Twitter, Instagram, Telegram e Snapchat che si sono dimostrate collaborative a rivedere le loro linee guida e condizioni d’utilizzo. I social network rappresentano infatti la nuova frontiera della comunicazione commerciale, uno spazio indefinito e amplissimo difficilmente controllabile. Non potendo pubblicizzarsi altrimenti, molte aziende si rivolgono alle personalità influenti del web per pubblicare una fotografia con il loro prodotto. La Fda lamenta che spesso non vengono inserite le frasi di sicurezza obbligatorie: “Questo prodotto contiene nicotina e dà dipendenza“. Le sanzioni avvengono per segnalazione, spesso di aziende concorrenti che denunciano all’autorità i presunti illeciti degli influencer.
Anche in Italia il web è sottoposto a controlli. L’Agcom già da qualche anno monitora le immagine pubblicate dai personaggi più o meno noti al fine di sanzionare evventuali illeciti. Sono già finiti nel mirino dell’autority Fedez, Ferragni, Belen, Tatangelo, Satta perché hanno pubblicato “con evidenti finalità promozionali, foto e video su popolari piattaforme social, promuovendo di fatto marchi e prodotti commerciali noti, senza però dare indicazioni esplicite circa la natura pubblicitaria di questo endorsement e quindi omettendo ogni dicitura idonea a spiegare che si trattava di contenuti sponsorizzati”. Dopo gli accertamenti dell’Autorità quasi sempre segue un’ispezione della Guardia di Finanza per l’evasione fiscale conseguente. L’unica forma pubblicitaria consentita alle aziende e ai prodotti del tabacco è all’interno di giornali specializzati e rivolti agli operatori del settore. La sanzione colpisce sia l’azienda pubblicizzata, sia il titolare dello strumento che ospita l’inserzione, oltre gli eventuali testimonial più o meno noti.

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