L'attualità quotidiana sulla sigaretta elettronica

Addio lotterie e marketing della sigaretta elettronica su Facebook

La piattaforma social pubblica un primo aggiornamento delle regole che entreranno in vigore dal 31 luglio.

Da “chissenefrega” a “tolleranza zero”. Facebook ha fornito un primo aggiornamento delle nuove disposizioni che entreranno in vigore a partire dal prossimo 31 luglio. Tra queste: divieto di marketing attraverso foto o video diretto ai prodotti del vaping (hardware, accessori e liquidi); divieto di organizzare contest o lotterie con prodotti del vaping; divieto di accesso ai gruppi del vaping ai minori di 18 anni. A dire la verità, sono tutti limiti già in essere sul social network. La differenza è che dal 31 luglio saranno molto più accurati e stringenti i controlli. Oltre ad un software di ricerca interna alla piattaforma, ogni nazione sarà monitorata da uno staff di persone fisiche che andrà alla ricerca di eventuali abusi. L’attenzione primaria sarà rivolta a contrastare la diffusione di messaggi di sostegno o promozione di alcool, droga, tabacco e, di conseguenza, anche sigarette elettroniche.
Cosa cambierà nel mondo social della sigaretta elettronica? Probabilmente tutto, se la governance di Facebook decidesse davvero di intervenire rigidamente. Scompariranno tutti i gruppi nati su iniziativa di privati intraprendenti o di aziende come veicolo di promozione dei propri prodotti, scompariranno migliaia di post volti soltanto a far vedere un prodotto. Probabilmente i gruppi torneranno ad essere aggregazioni di utenti che discutono e non più di foto più o meno propagandistiche senza alcun valore informativo. Una stretta è stata annunciata anche contro i finti profili – anche di adulti – e i minorenni attivi nei gruppi del vaping. In entrambi i casi scatterà il ban immediato – nei casi più gravi anche per sempre – sia per chi finge di essere chi non è, sia per gli amministratori che accettano l’iscrizione di under 18. Ai fini della responsabilità, a nulla vale la dicitura +18 nel nome del gruppo, come a nulla vale la segretezza o la chiusura del gruppo. Anche i contest e le lotterie sono destinati a scomparire. Già in passato potevano essere organizzati soltanto se in linea con la normativa nazionale in materia di gioco d’azzardo (e dunque praticamente nessuno tra quelli che si organizzavano nel vaping), adesso è esplicitato chiaramente che sono vietati per tutti i prodotti del vaping, accessori compresi. Chi volesse organizzare un contest o una lotteria, se rientrante nelle carettistiche lecite del Paese d’origine dell’organizzatore, dovrà pubblicare il regolamento ufficiale che nel caso italiano deve essere anche comunicato all’Agenzia delle dogane e monopoli; scrivere chiaramente le condizioni dell’offerta e i requisiti per la partecipazione (ad esempio, limitazioni relative a età e luogo di residenza); evidenziare la conformità alle normative applicabili che regolano la promozione e i premi offerti (ad esempio, la registrazione e l’ottenimento delle autorizzazioni necessarie per legge). I “like and share”, i “tagga un amico”, i “condividi e metti mi piace” sono sempre vietati. Ma già lo erano anche nel vecchio regolamento, solo che adesso ci saranno più controlli sull’osservanza anche di questa regola.
I negozi potranno continuare ad avere la propria pagina aziendale purché non vendano direttamente e non promuovano l’utilizzo di sigarette elettroniche e tabacco con messaggi diretti ai minori. Anche in questo caso, nulla di nuovo rispetto la normativa attuale. Possono essere pubblicizzati l’attività commerciale, i servizi offerti, ma non il singolo prodotto perché in quel caso la pubblicità gioverebbe al produttore e non all’esercente.
Facebook è una azienda privata e come tale ha facoltà di intervenire sul regolamento dei propri iscritti. Negli Stati Uniti, e in California in particolare, è in atto una vera e propria battaglia contro il marketing aggressivo della sigaretta elettronica che negli ultimi anni ha avuto come bersaglio prevalentemente i giovani. La nuova policy è volta a preservare i giovani e, soprattutto, a interrompere la “marketing-mania” di un prodotto che, secondo la legge, non può essere direttamente pubblicizzato al consumatore finale se non in appositi mezzi di informazione.

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