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Farsalinos contro lo studio su sigaretta elettronica e infarto: “Va ritrattato”

Lo studio di Glantz, sostiene il medico greco, è fatalmente viziato e va ritrattato immediatamente. Per il bene della scienza e della salute pubblica.

Non accennano a placarsi le polemiche intorno allo studio del professore della University of California, Stanton Glantz, e del suo team di ricerca, pubblicato recentemente sul Journal of the American Hearth Association. La ricerca, l’ultima di una serie, metteva in relazione l’uso della sigaretta elettronica e l’aumento del rischio di infarto e altre malattie cardiovascolari. In un articolo apparso su Usa Today, però, Brad Rodu, docente alla Università di Louisville, denunciava di aver avuto accesso ai dati utilizzati per la ricerca (che provengono dal Population Assessment of Tobacco and Health – Path – uno studio sull’uso e gli effetti del tabacco sulla popolazione americana) e di aver riscontrato che la maggior parte dei 38 pazienti osservati da Glantz aveva avuto l’infarto prima di iniziare a svapare. In media 10 anni prima.
Oggi si inserisce nella polemica anche il cardiologo greco Konstantinos Farsalinos, che già aveva sollevato obiezioni metodologiche (riportate in questo articolo) su uno studio precedente degli stessi autori e che giungeva alle stesse conclusioni. Allora Farsalinos parlò di “negligenza e di violazione di quei principi basilari della ricerca epidemiologica, che conoscono anche gli sudenti di medicina”. Questo perché non si conosceva il nesso temporale fra l’insorgenza dell’infarto e l’inizio dell’uso dell’e-cigarette e dunque parlare di “rischio aumentato” era quantomeno disinvolto. “Almeno nella maggior parte dei casi…”, aggiunge il medico greco.
Già, perché questa volta le cose parrebbero stare diversamente. Perché, spiega Farsalinos, nello studio in questione sono stati utilizzati dati presi dal Path, dove c’è la specifica domanda sull’età del paziente all’insorgere della patologia cardiaca. “Gli autori dello studio – commenta – hanno completamente ignorato questa domanda”. Ma non Rodu che, come detto, ha scoperto che l’infarto precedeva l’uso dell’e-cig in media di 10 anni. Insomma, scherza Farsalinos, le sigarette elettroniche sono così pericolose da far venire l’infarto 10 anni prima di iniziare a usarle.
Ma poi aggiunge con amarezza che il problema è molto serio e che, se quanto denunciato da Rodu dovesse dimostrarsi fondato, è imperativo ritrattare subito uno studio “fatalmente viziato”. “La comunità scientifica – conclude il cardiologo – deve proteggersi da un modo di agire così orrendo da mettere in pericolo l’integrità e l’etica della medicina”. Chi proteggerà, invece, la salute pubblica, i cittadini, i fumatori e il loro diritto di avere un’informazione scientifica chiara e imparziale e non figlia di approcci ideologici e dogmatici?

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