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L’Organizzazione mondiale della sanità ribadisce che la sigaretta elettronica, oltre a dispensare meno nicotina, evita l’assunzione di catrame e gas tossici presenti nella pipa, nei sigari e nelle sigarette. È quanto contenuto all’interno del Rapporto Globale sul Fumo 2019. Una dichiarazione importante che, per i suoi sostenitori, pone il moderno strumento elettronico come primo ausilio nella lotta al tabagismo. L’Oms però aggiunge anche che le “e-cig pongono rischi per la salute”. E infatti non si è mai detto che siano assolutamente innocue ma l’ammissione di minor rischio è certamente il punto focale dell’intera proposizione dell’Oms.
“Il vero interesse che suscita la sigaretta elettronica – spiega il professor Fabio Beatrice, direttore del Centro antifumo dell’ospedale San Giovanni Bosco di Torino – risiede nella chance di riduzione del rischio rispetto ai prodotti tradizionali. È una soluzione da proporre ai fumatori incalliti o a coloro che non riescono a smettere. In passato, la riduzione del rischio veniva proposta suggerendo ai fumatori l’utilizzo di pipa e sigari; oggi fortunatamente esiste uno strumento che evita anche la combustione, riducendo quindi le possibilità di assumere le sostanze nocive e cancerogene derivanti dalla combustione. L’Organizzazione mondiale della sanità ammette questo presupposto, scrivendo nero su bianco che “l’e-cig evita l’assunzione di catrame e gas tossici”. Il problema della tossicità peraltro riguarda anche i farmaci utilizzati nel sostegno alla cessazione. Infatti il farmaco più utilizzato al mondo è proprio la tanto contestata nicotina che poi è la stessa delle normali sigarette o dei prodotti digitali proposta in formulazione farmaceutica. Anche la vareniclina, farmaco molto utilizzato nei fumatori resistenti, propone questioni di tossicità: ad esempio non è utilizzabile nella insufficienza renale e nella epilessia. Non vi è dubbio – conclude Beatrice – che le conseguenze gravissime della dipendenza dal fumo di tabacco costituiscano una sfida molto complessa per i sistemi sanitari di tutto il mondo e che proprio in questo contesto qualunque aiuto possa pervenire al fumatore resistente debba essere preso in debita considerazione”.