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La recente interpretazione mediatica del rapporto globale sul fumo 2019 sta facendo molto rumore. Soprattutto tra gli operatori del settore e la comunità scientifica specializzata. Dopo il professor Fabio Beatrice, è la volta ad intervenire di Riccardo Polosa. Professore ordinario di Medicina Interna presso l’Università di Catania, Polosa è direttore del CoEHAR – il primo Centro di Ricerca italiano per la Riduzione del danno da fumo. È anche fondatore e direttore del Centro per la Prevenzione e Cura del Tabagismo presso la stessa università, dove personale di ricerca a contratto conduce ricerche cliniche e comportamentali di alto profilo nel settore delle malattie fumo correlate. “Mi spiace constatare – commenta il professor Polosa – come i media (e soprattutto le agenzie di stampa italiane) continuino ad insistere a manipolare l’informazione scientifica formulando titoloni che non rispecchiano il contenuto dei documenti presentati dalle autorità. Così si spaventa inutilmente l’opinione pubblica. Nel suo recente report, l’OMS ribadisce semplicemente quello che sappiamo da anni e precisamente che innanzitutto queste nuove tecnologie sostitutive delle sigarette convenzionali non sono completamente risk-free e che inoltre vanno regolamentate. Lo scoop non esiste“.