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Saranno i cittadini di San Francisco a decidere se mantenere o meno il divieto di vendita delle sigarette elettroniche sul territorio metropolitano. Il referendum si terrà presumibilmente a metà novembre e servirà a stabilire se la legge rimarrà in vigore o dovrà essere annullata. Il quesito e la raccolta delle firme necessarie alla presentazione del referendum è stata promossa dall’azienda Juul Labs, la multinazionale del vaping che proprio a San Francisco ha il suo quartier generale. Le premesse sono buone: a fronte delle 9400 firme richieste, i proponenti sono riusciti a raccoglierne in poco più di due settimane circa 20 mila.
Il referendum non aprirà la vendita tout court ma propone alcune restrizioni, un segnale che per i promotori significa dimostrare la buonafede della loro iniziativa. Tra i provvedimenti proposti: divieto di vendita per i minori di 21 anni; numero massimo di dispositivi elettronici di vaporizzazione (batterie) e cartucce di ricarica acquistabili pro capite in una sola transazione; apertura alla vendita online previa elaborazione di un software di riconoscimento della maggiore età dell’acquirente.
L’impegno è certamente gravoso: già lo scorso anno i cittadini di San Francisco si erano espressi favorevolmente al divieto di vendita degli aromi per le sigarette elettroniche. Ma quest’anno in campo c’è anche il colosso Juul che ha già annunciato di aver messo in bilancio poco più di 1,5 milioni di dollari per sostenere le spese della campagna referendaria.