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Sigarette elettroniche, blitz Gdf-ADM: allarme rosso per tutti i negozianti

Sequestrate box, batterie, atomizzatori, resistenze di tutte le più comuni marche per presunta mancanza di etichettatura a norma e marchio CE non conforme.

Non solo sigarette elettroniche pronte all’uso ma anche caricabatterie, atomizzatori, box circuitate, bottom feeder, resistenze, pod. Un’operazione coordinata tra Guardia di Finanza e Agenzia delle Dogane e Monopoli ha portato al sequestro di circa 600 prodotti del vaping ai danni di uno shop di Bari. Il fatto è successo lo scorso 16 luglio ma è stato reso noto soltanto oggi. Il particolare che però deve far sobbalzare sulla sedia tutti i rivenditori di sigarette elettroniche, è la motivazione che si legge nel verbale: prodotti elettronici a bassa tensione non a norma con la certificazione CE o senza frasi di sicurezza, pittogrammi, etichettura priva dei dati dell’importatore. Il sequestro penale ha coinvolto Andrea Balducci, titolare della società Senza Filtro srl a cui carico pendono ora tre capi d’imputazione: vendita di prodotti industriali con segni mendaci (art 517 cp); frode nell’esercizio del commercio (art 515 cp); vendita o acquisto di cose con impronte contraffatte di una pubblica autenticazione o certificazione (art 470 cp).
Desta grande preoccupazione anche la lista della merce sequestrata: si va dalla Sx Mini class alla Istick Pico, dal caricabatteria Nitecore alla box Wraith, dalle Wismec alla Barrel Starter Kit, dall’Expromizer all’Ammit, dal caricabatterie Efest alle resistenze per la Mini Fit, a molto altro ancora. Tutto, insomma, quello che comunemente si può trovare in un normale negozio. L’attività veniva svolta online senza però la vendita di liquidi per sigarette elettroniche, prodotti che infatti non compaiono nella lista del sequestro. In realtà, nel magazzino i militari hanno trovato alcuni flaconi di liquido, aperti e già utilizzati, destinati all’uso personale del titolare. In questo caso è scattato il sequestro amministrativo.
La lista del materiale sequestrato è lunga. Non si tratta però di materiale di dubbia provenienza. Come segnalato nel verbale, ogni pezzo è stato acquistato da un distributore regolarmente in attività: alcuni italiani, alcuni croati e alcuni francesi. Secondo la GdF e Adm, però, i prodotti mancano delle indicazioni di sicurezza, non sono in regola con la marchiatura CE, non hanno etichettatura in italiano, non ci sono riferimenti dell’importatore. Su alcuni prodotti, inoltre, era apposta l’etichetta che viene spedita in fase di ordinativo ma, da quanto risulta dal verbale, non rispetterebbe ugualmente le disposizioni di legge.
Andrea Balducci è sconfortato, si sente un capro espiatorio di tutto il settore. “Hanno colpito me – dice – non so per quale motivo, forse per dare un segnale a tutto il settore. Quello che avevo io in magazzino è la stesse merce di tantissimi altri miei colleghi. Acquisto regolarmente dai distributori, vendo on line solo prodotti elettronici, mentre i liquidi li vendo soltanto in negozio, oltretutto con un’altra ragione sociale, regolarmente autorizzata da Aams. Sono sempre più deciso a lasciar perdere, a malincuore, questo settore, per ora chiudendo in maniera definitiva il sito e poi vedremo cosa deciderò per il futuro. Sinceramente se vendere sigarette elettroniche deve comportare rischi così alti vorrà, dire che cambierò mestiere. Tra le altre cose, ero anche in procinto di inoltrare la richiesta per aprire un deposito fiscale e poter inserire liquidi pronti sul sito ma, per come si sono messe le cose e con un procedimento penale in corso, non ho più nemmeno i requisiti morali per ottenere l’autorizzazione”.
Balducci ha pubblicato un lungo resoconto sull’home page del sito, per spiegare ai clienti i motivi della chiusura. “Praticamente vendere prodotti originali dei principali marchi da svapo a livello mondiale – Innokin, Aspire, Joyetech, Eleaf, solo per citare nuovamente i più conosciuti – fa di me (e quindi di chiunque venda gli stessi prodotti) un criminale. Come se, invece che acquistare prodotti con regolare fattura da tutti i principali distributori italiani ed europei, io fossi in uno scantinato a preparare cloni e prodotti contraffatti da immettere in vendita illegalmente, o cercassi di truffare coloro i quali hanno effettuato ordini sul sito inviando loro prodotti diversi da quelli acquistati”. L’amarezza di Balducci è tangibile. Il fatto è accaduto a lui ma poteva accadere a chiunque altro. O magari sta già accadendo in queste ore, perché quelli sequestrati dalla GdF sono i prodotti di maggior consumo, quelli che tutti hanno dietro il bancone, acquistati dagli stessi distributori da cui si riforniva Balducci. Per far sì che la cosa non possa ripetersi, mettendo a repentaglio la vita e l’onorabilità di un lavoratore, è bene prendere provvedimenti e soluzioni immediate. Sin da subito.

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