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Negozi di sigarette elettroniche protagonisti nella lotta contro il fumo

Uno studio britannico evidenza l'importanza di valorizzare la competenza dei negozianti specializzati e il loro rapporto con i clienti.

I negozi specializzati in sigarette elettroniche possono giocare un ruolo importante nella riduzione del danno da fumo, in particolare se il loro modello di servizio potesse essere ampliato per aiutare i fumatori a smettere”. Sono le conclusioni di uno studio pubblicato sull’International Journal of Environmental Research and Public Health e condotto da un gruppo di ricercatori dello UK Centre for Tobacco and Alcohol Studies dell’Università di Nottingham, cordinati dall’epidemiologo John Britton. Lo studio è stato realizzato con i finanziamenti di Cancer Research Uk, British Heart Foundation, Economic and Social Research Council, Medical Research Council e National Institute of Health Research.
Non è il primo lavoro a sostenere che gli operatori sanitari dovrebbero avvalersi dell’esperienza dei negozianti specializzati. Già nel 2018 Emma Ward della University of East Anglia aveva coordinato uno studio in questo senso. Oggi i ricercatori di Nottingham hanno condotto delle interviste approfondite su 22 partecipatni, reclutati fra lo staff e i clienti di 41 vape shop nella regione delle Midlands orientali e i risultati, oltre che sul ruolo prezioso dei negozi specializzati, danno un interessante panoramica sui motivi del successo dello strumento per smettere di fumare. Prima di tutto le ragioni per cui si passa alla sigaretta elettronica. La maggioranza lo ha fatto per smettere di fumare e molti raccontano di esserci riusciti con relativa facilità e di aver poi “naturalmente” ridotto la concentrazione di nicotina. Anche chi è passato al vaping per ridurre il consumo di tabacco, riporta una riduzione significativa delle sigarette fumate, passando magari da 20 a due al giorno o consumandole – spiega lo studio – “in situazioni di stress o insieme a un drink”.
La sigaretta elettronica è percepita come uno strumento moderno e contemporaneo, piacevole grazie alla varietà di gusti dei liquidi e degli strumenti per vaporizzarli, più “pulito” sia per l’ambiente che per la persona, perché elimina il cattivo odore del fumo. Un elemento importante secondo i partecipanti è anche il costo minore del vaping rispetto al fumo e la qualità e la sicurezza del prodotto. Quasi tutti hanno dichiarato di essere tranquilli sugli standard dei prodotti offerti dai negozi specializzati, sia per quanto riguarda gli hardware che i liquidi.
Ma veniamo ai vape shop e al loro ruolo. Secondo molti partecipanti sono il posto ideale per fornire informazioni accurate, attendibili e aggiornate sull’uso dell’e-cigarette. Spesso la prima visita in un negozio è lunga e va oltre il semplice acquisto e la transazione economica. I clienti dichiarano di sentirsi “in qualche modo amico” dell personale, giudicato “solidale e degno di fiducia”. Insomma, il cliente ha la sensazione di diventare parte di una comunità, una cosa – scrivono gli autori – “particolarmente importante per chi usa l’e-cig per smettere di fumare e si sente spesso vulnerabile”. I negozi erano considerati una fonte di guida che manca dalle istituzioni ufficiali. E infatti molti intervistati dichiarano di non aver trovato adeguato aiuto nei centri antifumo tradizionali e di aver avuto la sensazione che non sapessero bene come comportarsi con la sigaretta elettronica.
I negozi specializzati in prodotti del vaping, secondo gli autori, sono una preziosa risorsa per i fumatori che vogliono smettere o diminuire il consumo di tabacco. Ma, secondo questo studio, “sono anche una opportunità per dare maggiori servizi mirati alla cessazione dell’uso di nicotina a lungo termine e alla sostituzione a lungo termine del tabacco con la sigaretta elettronica. Sono anche un mezzo per diffondere informazioni sui rischi relativi dell’uso del tabacco e dell’e-cig”. Insomma, pragmatici come al solito, gli studiosi britannici guardano a chi è sul campo, come i negozianti, cercando di capire come allearsi e unire le forze nella battaglia contro il fumo. “Gli sforzi di ricerca – conclude infatti lo studio – dovrebbero concentrarsi sullo studio di come massimizzare quelle opportunità nel contesto del negozio di prodotti del vaping”.

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