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Sigarette elettroniche, Salvini torna a twittare e innesca il dibattito

La battaglia a sostegno degli strumenti a rischio ridotto occorre combatterla soprattutto con pensieri forti e con le prove esistenti. Altrimenti si può rischiare l'effetto boomerang. E Big Pharma si sfrega le mani.

Anche il vicepremier Matteo Salvini è intervenuto a commento del Report globale sul fumo curato dall’Organizzazione mondiale di sanità. Ha pubblicato una domanda dalle sfumature assai retoriche sul proprio profilo Twitter: “Ci sarà mica dietro lo zampino di qualche lobby o di qualche multinazionale miliardaria… Che dite?“. Nonostante da ormai quasi due anni il vicepremier sia protagonista della ripresa del settore con provvedimenti volti alla salvaguardia delle aziende di produzione (condono sui debiti con il fisco) e di negozianti e consumatori (imposta di consumo abbassata mediamente dell’85 per cento), questa volta l’intervento potrebbe essere male interpretato.
Le parole di Salvini lanciano il sospetto che l’Oms sia stata indirizzata dalle pressioni dei cosiddetti poteri forti, sia essa una lobby o una multinazionale, senza però fare nomi o circostanziare l’attacco istituzionale.
Al di là dei tweet, nel dibattito si possono e si devono inserire mille altri argomenti – tutti provati – per attaccare l’Oms, il Ministero della Salute, l’Istituto superiore di sanità. Dicendo ad esempio che il rapporto sul fumo dell’Oms certifica la sconfitta delle attuali politiche antitabacco, visto che i fumatori nel mondo sono arrivati a 1,1 miliardi. O chiedendo perché, tra le 109 pagine del rapporto, sia stata data evidenza mediatica proprio alle tre che parlavano di sigarette elettroniche. Dove, oltretutto, non c’è scritto che la sigaretta elettronica è nociva, ma che la sigaretta elettronica è certamente meno tossica del fumo di sigaretta, sigaro e pipa. Oppure avrebbe potuto ancora aggiungere che la richiesta di tassare i liquidi e di regolamentarli forse doveva essere rivolta ai Paesi in via di sviluppo o agli Stati Uniti, perché l’Unione europea norma il settore con una direttiva apposita e l’Italia addirittura è tra i pochi Paesi che ha un’imposta di consumo associata al consumo dei liquidi di ricarica.
Il governo della salute italiana è affidata alle mani dei Cinquestelle, nella persona di Giulia Grillo. È comprensibile che Salvini voglia alzare i toni per attaccare un ministero non controllato dalla Lega. Però, ripetiamo, avrebbe potuto trovare motivazioni meno strumentali che, lanciate in pasto ai media e ai social, possono causare un rinculo doloroso. La Gran Bretagna, in questi ultimi anni, ha avuto il merito e la capacità di sganciarsi dagli assiomi dell’Oms, mettendo in pratica politiche antifumo che sostengono la riduzione del danno. Se un fumatore non riesce a smettere di fumare è bene che passi alla sigaretta elettronica. Vedrà soddisfatto il desiderio di nicotina e allo stesso tempo abbatterà del 95 per cento il numero delle sostanze tossiche inalate. Percorrendo questa strada, la Gran Bretagna nell’utlimo anno ha diminuito il numero dei fumatori. L’Italia, al contrario, non concepisce questo approccio. L’Italia sostiene la teoria della “zero dipendenza”. Tutto ciò che dà dipendenza è da combattere con terapie farmacologiche e psicologiche. Politiche che però non sono premiate dai numeri visto che i fumatori sono stabilmente 12 milioni, ai livelli di undici anni fa.
Le parole di Salvini però possono servire per smuovere un dibattito ben più alto rispetto a quello che vede coinvolta genericamente il mondo della sigaretta elettronica contro il mondo del tabacco. Ovvero, se non sia il caso di ripensare sin dalle fondamenta il ruolo e la funzione dell’Organizzazione mondiale di sanità. Dibattiti analoghi sono già aperti sull’Onu e, attualmente, sull’Unione europea. Dell’Oms mai si è parlato. In un contesto di ristrutturazione degli organismi multilaterali, potrebbe dunque essere arrivato il momento di inserire anche questo terzo protagonista della politica diplomatica e sanitaria internazionale. Perché le multinazionali del farmaco sono ben viste dall’Oms mentre chiunque altro no? Perché il controllore ama così tanto il controllato, da elevarlo a grande finanziatore della cosiddetta “ricerca indipendente”? L’indipendenza è un dato di fatto, non può essere timbrata a seconda della beneficenza ricevuta dall’amico di circostanza. O forse i denari di Big Pharma sono più puliti, sani e cristallini rispetto ai denari di Big Tobacco, Big Vape o Big Energy? Cambia la ragione sociale ma, permetteteci, alla fin fine tutti cercano utili, vogliono il business. Alla lunga, i clienti di uno diventeranno clienti dell’altro; i fumatori diventeranno malati da curare. Ma poi è arrivata la sigaretta elettronica e ha sparigliato. Non è tabacco e non provoca (almeno, sino ad oggi) danni fumo correlati.
Domande e considerazioni aperte che gettiamo nel dibattito. Sperando che presto, non solo Salvini ma la classe politica tutta, abbia la volontà, la competenza e il coraggio di farle proprie.

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