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La richiesta di “indagini urgenti” sui liquidi per sigarette elettroniche in vendita in Italia, inoltrata dal Codacons al Ministero della salute in seguito a quanto sta accadendo negli Usa, squarcia il velo sulla superficialità che si cela dietro alcuni organismi che dovrebbero avere come scopo principe la tutela del consumatore.
Come Associazione nazionale per i vapers uniti (Anpvu), in data 3 dicembre 2018 inoltrammo proprio al Codacons una richiesta di affiliazione/convenzionamento, ricevendo un netto diniego sulla scia dell’assimilazione dei vaporizzatori ad altri metodi che portano alla dipendenza. Ci fu aggiunto che una collaborazione sarebbe potuta sussistere solo in presenza di “una nostra condanna espressa del fumo in tutte le sue forme“.
Ci chiediamo a questo punto se, prima di inoltrare un comunicato contenente la richiesta di qualcosa che già esiste nella regolamentazione vigente sulla produzione dei liquidi da svapo, il Codacons non avrebbe potuto forse approfondire le proprie conoscenze in merito, magari contattando anche noi, l’unica associazione di consumatori del settore dell’esistenza della quale, peraltro, erano stati da tempo messi a parte.
Sicuramente farlo avrebbe richiesto più risorse in termini di tempo e studio, piuttosto che sollevare un polverone per dimostrare di essere attenti alla salute dei cittadini.