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Sigarette elettroniche, quell’inutile richiesta di Codacons al Ministero della Salute

L'associazione chiede "indagini urgenti" sui liquidi in vendita in Italia. Peccato che sei mesi prima di esser immessi sul mercato devono essere notificati proprio al Ministero della Salute.

In seguito all’allarme partito dagli Stati Uniti contro la sigaretta (ma già smentito), il Codacons, attraverso il suo presidente Carlo Rienzi,  ha chiesto al ministero della Salute “indagini urgenti” sui liquidi in vendita in Italia “mirate ad accertare se nel nostro paese vi siano fumatori di sigaretta elettronica che abbiano sviluppato sintomi analoghi a quelli registrati negli Stati Uniti. Servono inoltre provvedimenti basati sul principio di precauzione e tesi a tutelare la salute pubblica, specie quella dei più giovani che sempre più numerosi si avvicinano a tale tipologia di sigaretta”.
Una richiesta inutile, quella di Codacons. I liquidi per sigaretta elettronica in Italia sono tutti conosciuti dal Ministero della Salute. E quindi si dà per assodato che siano in regola con le norme vigenti. Cosa che invece non accade negli Usa dove non ci sono analoghe regole ma, soprattutto, l’allarme è dovuto all’inalazione di droghe. In Italia esiste un apposito portale attraverso cui poter verificare la liceità di un prodotto liquido. Tutti, infatti, sei mesi prima di essere messi in commercio, devono essere notificati al Ministero della Salute, insieme alle analisi su emissioni e composizione. L’obbligo è dettatto dalla direttiva europea sui tabacchi, recepita in Italia con apposito decreto a gennaio 2016. La vendita dei prodotti liquidi da inalazione, inoltre, è soggetta a controllo e autorizzazione da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Oltre ad essere inutile, la richiesta di Codacons denota una scarsa conoscenza del settore e delle leggi che regolamentano il vaping europeo.

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