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Big Pharma e legge di bilancio: la sigaretta elettronica alla prova del fuoco

Se sul fronte meteorologico è stata una estate calda, su quello del vaping è stata a dir poco rovente. Tre i fatti che hanno alzato il livello di mercurio del termostato. Ma vediamo tutto con ordine.

Se sul fronte meteorologico è stata una estate calda, su quello del vaping è stata a dir poco rovente. Tre i fatti che hanno alzato il livello di mercurio del termostato. Ma andiamo con ordine.
Si comincia con il report globale sul fumo redatto dall’Organizzazione mondiale di sanità. Duecento pagine dedicate alla piaga del tabacco, due sole pagine dedicate alla sigaretta elettronica. Eppure a fare notizia sui media di tutto il mondo è la presunta pericolosità del dispositivo elettronico. Titoli copiati e spammati in ogni dove. Peccato che all’interno del report venga sostenuto esattamente il contrario, cioè che il vapore dell’ecig consenta di abbattere drasticamente le tossicità derivanti dalla combustione del tabacco.
Si continua con una denuncia che fa il giro del mondo. Questa volta gli attori principali sono le istituzioni sanitarie americane. Nell’Illinois è morto un uomo per una malattia polmonare che sarebbe legata all’utilizzo della sigaretta elettronica. E anche in questo caso i titoli dei giornali e i telegiornali si sono sbizzarriti: la sigaretta elettronica uccide. A poco è servito spiegare che la vittima aveva utilizzato il vaporizzatore per inalare Thc illegale, estratto in casa e tagliato con sostanze tossiche. È la sostanza che uccide, non lo strumento che si utilizza. Sarebbe come dire che è la siringa ad uccidere, non l’eroina. Ma tant’è, ormai anche il secondo danno era stato fatto.
Il mese di agosto si è concluso con la crisi di governo che ha mischiato le carte a Palazzo Chigi. Fuori la Lega, dentro il Pd. Con i Cinquestelle che hanno voltato lo sguardo da destra a sinistra. In ottica di legge di bilancio il timore è che con l’economia prevedibilmente a traino democratico e la salute affidata alla sinistra di LeU, il governo possa avere gioco facile a ristabilire il vecchio status quo fiscale per i prodotti liquidi da inalazione. Vorrebbe dire tornare alle origini, quando cioè i liquidi erano soggetti alla iper imposta di circa 5 euro per 10 millilitri. Tra gli argomenti portati a sostegno, il minor gettito incamerato nel 2019, nonostante l’aiutino fiscale di inizio anno: a fronte dei 22 milioni messi a preventivo, ne sarebbero stati incassati 7 soltanto.
Per ristabilire il focus sulla salute, nelle pagine di questo numero di Sigmagazine diamo ampio spazio alla ricerca scientifica. Pubblichiamo i nove progetti avviati dal Centro d’eccellenza sulla riduzione del danno di Catania che porranno indelebili risultati nella letteratura scientifica del vaping come migliore ausilio per smettere di fumare. Intanto le multinazionali del farmaco hanno intuito – forse con un po’ di ritardo – le potenzialità della sigaretta elettronica. In questo momento siamo nella fase in cui stanno cercando di capire se sia possibile inglobarla (facendola dunque diventare un farmaco prescrivibile e distribuito in farmacia) o occorra contrastarla. In ogni caso, è uno scenario che non promette serenità, né a livello politico-economico, né tantomeno a livello medico-sanitario. Se le previsioni non saranno smentite, anche l’autunno continuerà ad essere per il vaping una stagione rovente.

articolo tratto dalla rivista cartacea Sigmagazine #16 settembre-ottobre 2019

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