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Nasce un nuovo gruppo a difesa dei consumatori di sigarette elettroniche, volto a promuoverne un uso più sicuro. Si chiama European Tobacco Harm Reduction Advocates (Ethra) e tra i fondatori c’è anche l’associazione italiana Anpvu. “Abbiamo sempre pensato che attraverso le giuste informazioni e la diffusione di studi medico-scientifici, la lotta contro il fumo da combustione sarebbe finita rapidamente – spiega il presidente Carmine Canino – La necessità di unire le forze per rafforzare la nostra voce e contrastare le cattive informazioni è sempre più urgente. Abbiamo sempre sperato in una collaborazione con associazioni sensibili alla condizione di abbandono da parte delle istituzioni in cui il settore dello svapo si trova in molti paesi e per questo motivo siamo orgogliosi di far parte dell’Ethra”.
L’Ethra si propone di coordinare e amplificare le voci dei consumatori europei che hanno trovato una via d’uscita dal fumo attraverso i cosiddetti prodotti a rischio ridotto che, oltre alle sigarette elettroniche, comprendono anche i riscaldatori di tabacco e lo snus. Tra le priorità dell’associazione: il supporto al concetto di riduzione del danno attraverso la possibilità di accedere ai gusti differenti dal tabacco e la salvaguardia dei prodotti attraverso la detassazione totale.
André Bendigtsen di Nikan, un’alleanza norvegese per la riduzione del danno per gli utenti di nicotina, ha dichiarato: “Accogliamo con favore – commenta André Bendigtsen, presidente dell’associazione norvegese Nikan – l’opportunità di aderire all’iniziativa Ethra in quanto si adatta perfettamente ai nostri valori, visioni e obiettivi. La Norvegia non ha ancora implementato la direttiva sui prodotti del tabacco, quindi questa è una grande opportunità per noi di condividere informazioni e imparare da paesi che hanno sperimentato le varie forme di implementazione della Tpd”. Mark Oates, fondatore della Snus Users Association UK, aggiunge e conclude: “In un momento in cui i prodotti a basso rischio vengono attaccati da tutte le parti del mondo, è fondamentale disporre di una piattaforma comune per interagire con i legislatori e in generale i consumatori per spiegare loro come l’applicazione della riduzione del danno possa contribuire a salvare le vite umane”.