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Germania, il mercato della sigaretta elettronica vale 570 milioni di euro

L'associazione di categoria diffonde i dati annuali e prevede per il 2020 l'ulteriore crescita del 20%.

Nella settimana dominata dalle notizie sui decessi e i malori negli Stati Uniti dovuti all’utilizzo di sostanze illegali nelle sigarette elettroniche, notizie parlatro trattate con sorprendente rigore e assenza di sensazionalismo dalla stampa tedesca, sono giunti i dati sul mercato del vaping in Germania.
I numeri sono stati resi noti dall’associazione di categoria Bündnis für Tabakfreien Genuss (Bftg), che ogni anno si incarica di rettificare le stime delle vendite dell’anno precedente e di indicare le previsioni per l’anno in corso e per quelli futuri. Lo fa attraverso un sondaggio accurato tra i tanti rivenditori di prodotti del vaping sparsi per tutta la Germania.
E i numeri diffusi nei giorni confermano la robusta crescita del settore che era stata prevista lo scorso anno. Anzi, tutti i numeri sono stati corretti al rialzo. A cominciare da quelli per l’anno passato.
Se dodici mesi fa per il 2018 era stato pronosticato un volume di affari di 400 milioni di euro, l’ultima stima sulla base di sondaggi tra gli operatori del settore ha indicato una crescita a 460 milioni. E anche per i due anni a seguire le stime sono ancora più ottimistiche. Per il 2019 è prevista una crescita del volume di affari del 25%, fino a un totale di 570 milioni di euro. E per il 2020 il mercato dovrebbe crescere di un ulteriore 20%, portando il volume di affari attorno ai 680 milioni. Ci si incammina così con una certa velocità alla soglia psicologica del miliardo di euro. Nonostante i buoni numeri, permangono tra i commercianti del settore una serie di preoccupazioni che accomunano sia i titolari dei negozi online che gli esercenti dei negozi fisici. La preoccupazione più avvertita riguarda l’applicazione in Germania delle nuove regole europee, in particolare quella che prevede una moratoria di 6 mesi di tempo dalla registrazione di un nuovo prodotto, prima che esso possa essere introdotto sul mercato interno. I commercianti temono le lungaggini della burocrazia tedesca e paventano il rischio che tale procedura possa favorire gli acquisti dall’estero, in particolare da Francia e Gran Bretagna dove i tempi burocratici di registrazione sono inferiori rispetto a quelli tedeschi.
In dettaglio, il 57% degli esercenti interpellati giudica “molto negative” le nuove regole e il 38% è appena meno pessimista, giudicandole solo “negative”. Percentuali che sommate fanno il 95% dei contrari, quasi l’intera totalità dei rivenditori. Si teme anche l’inefficacia di eventuali controlli frontalieri su prodotti acquistati direttamente dai consumatori in Francia e Gran Bretagna. Il presidente del Bündnis für Tabakfreien Genuss, Dustin Dahlmann, ha parlato di “un chiaro svantaggio competitivo per il settore del commercio tedesco“.

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