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Sigarette elettroniche, il Massachusetts alza l’asticella: divieto totale di vendita

Con effetto immediato diventano fuorilegge “tutte le sigarette elettroniche e i device per la vaporizzazione con e senza aromatizzazioni, compresi menta e mentolo".

Il repubblicano Charlie Baker, governatore dello Stato americano del Massachusetts, ha deciso di superare tutti. L’escalation proibizionista che sta spazzando gli Stati Uniti, causata da un improvviso scoppio di malattie polmonari (che al momento conta, secondo fonti ufficiali, 530 ricoverati e 9 vittime) ha un nuovo protagonista. Ieri, infatti, il governatore Baker ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria e ha emanato un divieto di “vendita e di esposizione di tutti i prodotti del vaping ai consumatori negli esercizi commerciali, online e con qualsiasi altro mezzo” della durata di quattro mesi. Con effetto immediato, dunque, nel Massachusetts diventano fuorilegge – si legge nell’ordinanza – “tutte le sigarette elettroniche e i device per la vaporizzazione con e senza aromatizzazioni, compresi menta e mentolo. Tutti i prodotti usati per svapare marijuana, Thc e altri cannabinoidi, così come la nicotina”.
Insomma un divieto a 360 gradi, che colpisce anche i prodotti comunemente utilizzati dai fumatori per smettere di fumare. Questo nonostante da ormai settimane sembra estremamente probabile che le malattie polmonari siano da ricondurre all’uso di liquidi illegali al Thc, contenenti acetato di vitamina E. E comunque, sostengono molti esperti, la localizzazione dei casi, la loro repentina insorgenza e la sintomatologia, porterebbe a scagionare i liquidi legali per fumatori, utilizzati da circa un decennio da svapatori in tutto il mondo. Le autorità sanitarie americane non hanno ancora concluso l’indagine, ma esse stesse riportano come, in più dell’80 per cento dei casi, i ricoverati hanno ammesso l’uso di prodotti contraffatti al Thc. Ed è del tutto plausibile, che un restante 20% sia riluttante ad ammettere di averlo fatto.
Ma tant’è. La guerra al vaping ha ormai raggiunto toni da crociata negli Stati Uniti. La settimana scorsa la grande catena Wallmart ha annunciato che non venderà più sigarette elettroniche e altre dichiarano di voler fare lo stesso. Prima del divieto totale del Massachusetts, lo Stato di New York e quello del Michigan avevano proibito liquidi e ricariche con gusti diversi dal tabacco nel primo e da tabacco e mentolo nel secondo. E Juul Labs, l’azienda leader del mercato americano, ha annunciato un programma di “ristrutturazione”, che vuol dire di licenziamenti. La start-up di San Francisco, secondo indiscrezioni del Wall Street Journal, potrebbe trovarsi presto in tribunale a difendersi in una causa penale intentata dal procuratore generale della California.
A trarre vantaggio dalla situazione americana e da politiche fondate più sull’emotività che sulle evidenze scientifiche, sarà sicuramente il mercato delle sigarette tradizionali, che domineranno incontrastate sugli scaffali, senza che a nessuno venga in mente di proibirne la vendita o l’esposizione, come invece si sta facendo con i prodotti del vaping. E sembra ormai un dettaglio che, secondo una stima mai confutata di Public Health England, il tabacco sia del 95 per cento più dannoso della controparte elettronica.

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