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Il Regno Unito tira dritto: “Sigaretta elettronica soluzione per smettere di fumare”

Mentre gli Stati Uniti menano fendenti a casaccio, la sanità inglese va avanti per la sua strada: “Abbiamo un atteggiamento molto più rilassato verso la dipendenza da nicotina, perché di per sé non è particolarmente pericolosa”.

La reazione americana alla crisi di malattie polmonari è “una completa follia”, commenta all’agenzia di stampa Associated Press John Britton, direttore dello UK Center for Tobacco and Alcohol Studies dell’Università di Nottingham. E poi aggiunge: “È inconcepibile che un qualsiasi prodotto legale per la sigaretta elettronica possa causare un danno di quell’entità”. Sono molti i media che, in questi giorni, si interrogano sull’approccio abissalmente diverso nei confronti della sigaretta elettronica, preso da due Paesi legati da un legame speciale come la Gran Bretagna e gli Stati Uniti.
Il primo, dopo aver condotto una buona mole di ricerche, ha decretato la drastica riduzione del danno del vaping rispetto al fumo, ne ha fatto un alleato nella lotta al tabagismo, sottoponendolo al contempo a una rigida regolamentazione (quest’ultima comune a tutti i Paesi dell’Unione europea, in seguito alla Tpd). Il secondo, cioè gli Stati Uniti, ha di fatto ideato un percorso complicato e oneroso per la richiesta di autorizzazione dei prodotti del vaping, che però sarà obbligatorio dal maggio 2020. Al momento il settore è quasi senza regole, non vi sono limiti alla concentrazione di nicotina nei liquidi, né alla pubblicità. Il risultato è che, mentre nel Regno Unito la sigaretta elettronica viene usata quasi esclusivamente da adulti che vogliono smettere di fumare, gli Stati Uniti si trovano ad affrontare due emergenze: la diffusione fra i minori e una esplosione di malattie polmonari gravi (in alcuni casi letali) dovute al mercato illegale di cartucce al Thc adulterate.
Negli Usa è scattato il panico. Per settimane le istituzioni sanitarie hanno suggerito di “valutare di non utilizzare la sigaretta elettronica”. Una mossa folle, secondo Britton: “Quando si parla di fumo, la realtà è questa: se dici alle persone di smettere di svapare, torneranno al tabacco e il tabacco uccide”. Alcuni Stati hanno deciso autonomamente di proibire gli aromi diversi dal tabacco e la stessa Fda è pronta, su input del Ministro della salute, a sospenderne la commercializzazione finché i produttori non abbiano presentato la richiesta e ottenuto l’autorizzazione alla vendita. Il provvedimento, che nelle intenzioni, dovrebbe preservare i minori, rischia di avere un effetto devastante sui vaper adulti, che consumano in stragrande maggioranza liquidi fruttati o dolci per stare lontani dal tabacco. Non è nemmeno chiaro se servirà ai giovanissimi, forse più attirati dallo stordimento del tiro a 60 mg/ml di nicotina (in Europa il limite è 20) che dal gusto alla fragola o al biscotto.
Ma mentre gli Stati Uniti menano fendenti a casaccio, la Gran Bretagna va avanti per la sua strada. “Ci servono soluzioni radicali per fermare il fumo – spiega Britton – e un’opzione è offrire ai fumatori le sigarette elettroniche, in modo che possano ottenere la nicotina di cui hanno bisogno senza il fumo di tabacco”. E poi aggiunge: “Abbiamo un atteggiamento molto più rilassato verso la dipendenza da nicotina, perché di per sé non è particolarmente pericolosa”. Gi fa eco John Newton, direttore del dipartimento Health improvement di Public Health England, l’agenzia del Ministero della salute. “In Inghilterra – ricorda – il fumo causa 200 morti premature al giorno e la sigaretta elettronica ha aiutato centinaia di migliaia di fumatori a smettere di fumare. Le evidenze scientifiche restano chiare: il vaping non è innocuo ma è molto meno dannoso del fumo”. E conclude: “Sarebbe una tragedia se i fumatori che potrebbero smettere con l’aiuto della sigaretta elettronica non lo facessero a causa di timori infondati sulla sua sicurezza”.

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