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Fumare fa male e il nostro compito come medici rimane quello di provare in ogni modo a far cessare le pazienti fumatrici dall’abitudine al fumo. L’esperienza però ci insegna che molte volte le nostre pazienti non vogliono o non riescono a smettere di fumare, anche per motivazioni prettamente psicologiche. A queste pazienti è giusto fornire un’alternativa – sia essa la sigaretta elettronica o i prodotti a tabacco riscaldato – che grazie all’assenza di combustione sono in grado di ridurre le sostanze tossiche inalate rispetto al fumo di sigaretta”. Parole importanti dette da Antonella Vezzani, presidente dell’associazione italiana Donne Medico in occasione del XXXIX Congresso nazionale che si sta celebrando a Salerno. Il tema del fumo è al centro del simposio: “Fumo di sigaretta e patologia reumatologica di genere: correlazioni e possibili alternative”. La sessione è stata promossa da Philip Morris Italia con PMI Science, condotta proprio dalla presidente Aidm a cui ha partecipato anche la professoressa Maria Sole Chimenti, ricercatrice presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e presidente Associazione delle Donne Reumatologhe.
“La medicina di genere e la salute della donna continuano a rappresentare temi di grande attualità e importanza e come Aidm siamo orgogliose di esserne portavoce sin dal 1921. Troppo spesso la differenza biologica tra uomo e donna è stata ignorata in medicina, così come la diversa incidenza di alcune patologie rispetto ad altre” ha spiegato Vezzani “Il fumo di sigaretta è senza dubbio emblematico in questo senso: diversi studi hanno già dimostrato una risposta differente delle donne rispetto agli uomini e negli ultimi 15 anni le diagnosi di tumore al polmone nelle donne sono aumentate del 45%. Nelle donne la potenza del fattore di rischio causata dal fumo è più elevata.”
L’ Istituto Superiore di Sanità stima che in Italia siano 11,6 milioni i fumatori, più di un italiano su cinque. Di questi, 4,5 milioni sono donne, in aumento soprattutto nelle regioni del Sud Italia.
“Il fumo è causa di moltissime patologie, anche mortali: non solo polmoni ma anche cuore, apparato riproduttivo e malattie delle articolazioni – ha aggiunto Chimenti – Nel caso specifico dell’artrite reumatoide, tipica malattia di genere, i dati indicano come l’abitudine al fumo aumenti il rischio di sviluppare tale patologia. Si evidenzia inoltre come le modifiche negli stili di vita, come lo smettere di fumare, possano ritardare o addirittura prevenire l’insorgenza della patologia”. Obiettivo dell’incontro è stato chiarire le correlazioni tra malattie di genere e fumo ma anche fare una riflessione sulle tecnologie alternative al fumo, come i prodotti a tabacco riscaldato e la sigaretta elettronica e il loro potenziale nella lotta contro il tabagismo.
“Fumare fa male – conclude Vezzani – e il nostro compito come medici rimane quello di provare in ogni modo a far cessare le pazienti fumatrici dall’abitudine al fumo. L’esperienza però ci insegna che molte volte le nostre pazienti non vogliono o non riescono a smettere di fumare, anche per motivazioni prettamente psicologiche. A queste pazienti è giusto fornire un’alternativa – sia essa la sigaretta elettronica o i prodotti a tabacco riscaldato – che grazie all’assenza di combustione sono in grado di ridurre le sostanze tossiche inalate rispetto al fumo di sigaretta”.