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Ministero della Salute vieta la vendita dei sali di nicotina 1000 mg di Blendfeel

Il provvedimento è operativo sino al completamento delle analisi di verifica del prodotto Salt Life.

Divieto di vendita su scala nazionale sino al completamento delle analisi di verifica da parte degli organismi competenti di salute pubblica. È il provvedimento datato 16 ottobre adottato dalla Direzione generale della prevenzione del Ministero della Salute nei confronti del prodotto Salt Life 1000 di Blendfeel, reperito presso il negozio di Marco della Rocca in via dei Giubbonari a Roma, e valido sino a quando non verranno completate “le analisi di verifica”. La disposizione si è resa necessaria, si legge nel documento, “considerato il notevole rischio per la salute pubblica rappresentato dalla vendita sul mercato del prodotto detto Blendfeel Salt Life, costituito da nicotina in polvere ad alta concentrazione 1000 mg – Sali di nicotina in polvere -, destinati alla preparazione casalinga di liquido per sigarette elettroniche. Considerato che, alla luce delle sopraesposte premesse, sussistono condizioni di grave pericolo per la salute, di cui al comma 2 articolo 108 del decreto legislativo 6 settembre 2005 n 206; visto l’articolo 107, comma 2 lettera d) del suddetto decreto legislativo; al distributore coinvolto, per il tempo necessario allo svolgimento delle analisi di verifica in merito al prodotto denominato: Blendfeel Salt Life si dispone il divieto di vendita”. I funzionari del ministero hanno dunque chiesto “ai competenti NAS di effettuare presso la ditta di cui all’oggetto la verifica dell’ottemperanza a tale disposizione, e i necessari campionamenti – almeno quattro aliquote da tre confezioni tra quelle a maggior concentrazione di nicotina – che dovranno essere inviate, per la valutazione analitica della concentrazione della nicotina e successiva valutazione del rischio per il consumatore, al Centro Nazionale Sostanze Chimiche dell’Istituto Superiore di Sanità”. Le aziende coinvolte hanno 30 giorni di tempo per effettuare ricorso presso la Direzione generale della prevenzione sanitaria o 60 giorni presso il Tar. Il provvedimento è stato preso dando seguito a varie segnalazioni tra cui quella di Anafe.

 

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