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“Le sigarette elettroniche hanno un ruolo importante nel tobacco control”

Duro botta e risposta sull'approccio al vaping fra John Newton di Public Health England e il direttore della rivista The Lancet.

È un peccato che questi tragici eventi vengano usati per promuovere la restrizione generale delle sigarette elettroniche contenenti nicotina. Prove scientifiche di buona qualità provenienti da studi controllati randomizzati sostengonoano l’uso delle sigarette elettroniche come aiuto per smettere di fumare”. A lanciare questo preoccupato allarme è John Newton, direttore del dipartimento Health Improvement di Public Health England, l’agenzia del Ministero della salute del Regno Unito. Newton fa naturalmente riferimento alla crisi di malattie polmonari in corso negli Stati Uniti, ribattezzata infelicemente Evali, ed esprime le sue riflessioni in un a lettera indirizzata alla rivista The Lancet.
Arriva in risposta ad un editoriale pubblicato la settimana scorsa sulla prestigiosa rivista scientifica, intitolato: “E-cigarette, è il momento di ripensare il nostro approccio?”. L’articolo prendeva le mosse dagli eventi statunitensi e pescava a piene mani nelle tesi degli oppositori del vaping. Metteva in dubbio la sua validità come strumento per la cessazione dal fumo, sottolineando che non era uno strumento approvato come “prodotto per smettere di fumare”, contrapponendogli “la dimostrata sicurezza ed efficacia” delle terapie sostitutive della nicotina sotto supervisione medica. Sosteneva che i benefici della riduzione del danno sono minacciati dall’uso fra i giovani, che rinormalizza il fumo e chiamava direttamente in causa Public Health England, concludendo: “Sicuramente è tempo di allineare l’approccio di sanità pubblica verso le sigarette elettroniche con quello verso le sigarette”. Cioè trattare vaping e fumo allo stesso modo.
Newton risponde sostenendo, invece, che “è tempo che the Lancet si allinei con le evidenze scientifiche sulle sigarette elettroniche”. Aggiungendo che “durante una crisi si è spinti ad agire. Ma proprio allora è particolarmente importante che ogni azione sia dettata dalla valutazione razionale delle più importanti evidenze scientifiche”. Su quanto sta accadendo negli Usa, Newton commenta: “L’indagine continua, ma finora i risultati suggeriscono fortemente che la causa sia l’uso di prodotti illegali al tetraidrocannabinolo. La diffusione di un lotto di prodotti cattivo potrebbe essere una possibile spiegazione dell’altrimenti inspiegabile sequenza temporale e distribuzione geografica irregolare”.
Sarà il tempo a dirlo, chiosa Newton, sottolineando l’importanza di portare a compimento l’indagine epidemiologica, ma di utilizzare intanto i risultati che da questa emergono per prevenire ulteriori casi e informare gli utenti dei rischi. Non è quello che ha fatto, secondo l’autore, Lancet che nel suo editoriale “ribadisce una versione ben nota e fortemente scettica sul ruolo della sigarette elettroniche nel controllo del tabacco”. Ma, citando note ricerche scientifiche, Newton afferma che “decine di migliaia di fumatori usano con successo le sigarette elettroniche per smettere di fumare e c’è consenso internazionale sul fatto che il loro uso è probabilmente molto meno dannoso del fumo di tabacco”. “Non è tempo – conclude il direttore di Health Improvement di Phe – che Lancet riallinei il suo approccio con i fatti e le evidenze e accetti che le sigarette elettroniche hanno un ruolo importante da svolgere nel controllo del tabacco?”.

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