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E ricomincia la battaglia. Sono stati presentati gli emendamenti che potrebbero riscrivere la tassazione del tabacco, tabacco riscaldato e sigarette elettroniche. Ma andiamo con ordine. Quattro le ipotesi di riscrittura del testo di legge. Una in particolare – a firma del senatore del gruppo Misto De Bonis – chiede di riportare l’imposta di consumo su tutti i dispositivi del vaping alla spropositata cifra del 58,5 per cento del prezzo di vendita. Un ritorno al passato che sarebbe devastante ma allo stesso tempo improponibile: la Corte Costituzionale già ha sentenziato su questo punto.
Diverso è invece il discorso per il tabacco riscaldato che, tra tutti i prodotti, è in pole position tra i candidati all’aumento di tassazione. Forza Italia, attraverso la firma del senatore Ferro chiede di raddoppiarne l’imposta, dimezzando di fatto lo sconto. Più verosimile è invece l’ipotesi emendativa del Partito Democratico che, a firma Marino e Comincini, vorrebbe alzare la tassa del 6 per cento, portandola cioè al 31 per cento rispetto l’imposta piena del tabacco. Contestualmente, però, chiedono anche di abbassare l’imposta sulle sigarette tradizionali di due punti millesimali, facendola cioè scendere dal 59,8 al 59,6 per cento. Un emendamento a firma Collina (Pd) chiede che la vendita di tabacco e dei prodotti succedanei possa avvenire soltanto con pagamento elettronico per garantire il rispetto del divieto di vendita ai minori.
Un lungo e articolato emendamento sottoscritto da nove senatori Cinquestelle, poi, prevede di inserire anche la produzione e l’immissione in commercio della canapa tra i comparti controllati dall’Agenzia delle Dogane e Monopoli, sottoponendo il prodotto a imposta di fabbricazione. In questo ambito rientrerebbero anche i liquidi con Cbd che uscirebbero così dalla filiera del fumo elettronico.
