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Nuova tassa sulla sigaretta elettronica: il grido di dolore dei produttori

Umberto Roccatti, presidente Anafe: "Chiediamo a gran voce che non vengano toccate le sigarette elettroniche nel rispetto del principio finora seguito dal Governo di disincentivare l’utilizzo di prodotti dannosi".

“Ci risiamo. Ogni volta che servono le coperture per la manovra economica il pensiero della politica vola subito sulle sigarette elettroniche, senza però considerare che chi ci rimette sono quel milione di svapatori che hanno intrapreso la strada della riduzione del rischio e che stanno tentando di smettere di fumare. Ancora una volta, quindi, chiediamo al Governo e alla politica tutta di pensare bene prima di introdurre nuovi balzelli”. Questo è l’appello di Umberto Roccatti, presidente dell’Associazione nazionale produttori fumo elettronico aderente a Confindustria, su una nuova ipotesi di tassazione delle cosiddette e-cig, così come da noi anticipato. L’appello è rivolto al governo e in particolare al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e alla presidente della commissione Finanze alla Camera, Carla Ruocco. L’industria – prosegue Roccatti – è stata spremuta per anni, rischiando a ogni colpo il collasso. Eppure, non solo si continua a giocare con un settore che impiega circa 60 mila lavoratori ma anche con la salute delle persone, alimentando il mercato illecitoAnche a nome di oltre un milione di svapatori in Italia, chiediamo a gran voce che non vengano toccate le sigarette elettroniche nel rispetto del principio finora seguito dal Governo di disincentivare l’utilizzo di prodotti dannosi. Gli aumenti di tasse vadano a colpire esclusivamente le sigarette tradizionali. È il consumo dei prodotti a combustione che provoca ogni anno – solo in Italia – 80.000 morti. Aumentare nuovamente le tasse sulle e-cig avrebbe il solo effetto di far tornare il mercato nel caos, favorendo di fatto un business parallelo, quello del mercato illegale (come avviene negli Usa), che finalmente con l’attuale regolamentazione stiamo sconfiggendo. Inoltre, un possibile aumento della tassazione sulle sigarette elettroniche non solo incentiverebbe il ritorno dei consumatori alle sigarette tradizionali ma aumenterebbe di gran lunga il ricorso a metodi di miscelazione domestica, con la pericolosa pratica del “fai da te”, che comporta pericoli e danni per la salute del consumatore. Dopo anni di incertezza, l’Italia oggi ha un sistema fiscale sulle sigarette elettroniche che si pone come esempio a livello europeo, sia per la tutela della salute pubblica sia a garanzia del gettito erariale. Su quest’ultimo punto – conclude Roccatti – non si può negare che la diminuzione delle accise ha comportato per il 2019 un aumento del gettito e ha posto le basi per lo sviluppo sano di un settore, che rappresenta un’eccellenza Made in Italy a livello internazionale”.

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