Testata giornalistica destinata agli operatori del settore delle sigarette elettroniche - Registrazione Tribunale di Roma: 234/2015; Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017 - Best Edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - Partita Iva 14153851002

Sigarette elettroniche, non convince studio su danni cardiaci e cerebrali

Il lavoro dei ricercatori tedeschi, condotto su topi, fumatori e colture cellulari, suscita critiche per metodologia e risultati.

Uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Magonza, in Germania, e pubblicato sullo European Heart Journal, suscita nuovi allarmi sull’uso della sigaretta elettronica e molte critiche per come è stato condotto. Il titolo del lavoro è “Short-term e-cigarette vapour exposure causes vascular oxidative stress and dysfunction: evidence for a close connection to brain damage and a key role of the phagocytic NADPH oxidase (NOX-2)” e, secondo l’equipe di ricerca tedesca, dimostra che l’uso della e-cigarette può avere conseguenze cardiovascolari, polmonari e cerebrovascolari, poiché produce stress ossidativo e acroleina. Questo si ricava dall’esposizione di topi da laboratorio al vapore prodotto da una miscela costituita da glicole propilenico e glicerina vegetale in parti uguali, da test condotti su colture cellulari e dalla misurazione dei parametri di 20 fumatori, dopo che avevano utilizzato in un unico episodio una sigaretta elettronica (Joyetech e-Go C). I ricercatori concludono che “le sigarette elettroniche potrebbero non essere una alternativa salutare alle sigarette tradizionali”.
Ma, come abbiamo visto in passato, le conclusioni tratte dagli studi sui topi da laboratorio dividono sempre la comunità scientifica e molte perplessità suscita anche il fatto che tutte le persone che hanno partecipato allo studio fossero dei fumatori. “Gli autori hanno identificato due effetti – commenta il professor Peter Hajek della Queen Mary University di Londra, autore di importanti studi sulla sigaretta elettronica – Nei fumatori, la nicotina delle sigarette elettroniche ha prodotto un effetto acuto stimolante tipico, che si osserva anche dopo aver bevuto caffè, che di per sé non indica un pericolo. Nei topi e nei campioni di tessuto, l’acroleina, una sostanza chimica che si sprigiona quanto l’e-liquid frigge, ha avuto effetti più dannosi”. “Ma – continua Hajek – questo non è rilevante per le persone che svapano. Friggere il liquido produce questa sostanza, ma produce anche un sapore disgustoso che gli utilizzatori evitano. Gli svapatori hanno livelli di acroleina simili a quelli dei non fumatori e molto più bassi dei fumatori”.
Meno netto ma altrettanto perplesso il dottor Gavin Sandercock, cardiologo dell’Università di Essex. “Il lavoro sui topi è molto complesso, ma non lo trovo molto convincente – spiega – Quello sulle persone è complicato dal fatto che erano tutti fumatori, quindi non si può stabilire quanto gli effetti osservati non fossero da ricondurre al danno causato dal fumo”. “Tutti gli effetti che il vaping ha avuto sui fumatori – continua – erano cambiamenti a breve termine che sappiamo si verificano quando la nicotina entra nel corpo: fumando, utilizzando la sigaretta elettronica, usando cerotti o gomme. Non sono specifici del vaping”. E poi conclude: “Molti dei potenziali problemi di salute suggeriti nello studio non si basano sulle persone che vi hanno partecipato, ma vengono dagli esperimenti sui topi. Questo rende difficile generalizzare i risultati alla salute umana”.
Le sigarette elettroniche non sono innocue – chiosa il professor John Britton, direttore dello UK Centre for Tobacco and Alcohol Studies dell’Università di Nottingham – sono semplicemente molto meno dannose di quelle di tabacco. Questo studio si occupa della sicurezza delle e-cigarette ma non confronta il danno con quello del fumo. Ma è il danno relativo che è importante. Ed ecco perché qualsiasi fumatore starà molto meglio passando alla sigaretta elettronica e lo studio in questione non cambia questo fatto”.

Articoli correlati