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Sigarette elettroniche, il passo indietro di Trump non piace ai medici americani

La partita a stelle e strisce sull'e-cig pare ben lontana dall'essere chiusa. Ma intanto le Presidenziali 2020 si avvicinano.

Il gioco, negli Stati Uniti, si sta evidentemente facendo duro. E così, a poche ore dalla diffusione della notizia del passo indietro di Donald Trump sul divieto sui liquidi per sigarette elettroniche aromatizzati, due associazioni mediche gettano sul campo tutto il loro peso contro il vaping. L’American Medical Association (Ama) e l’American Cancer Society (Acs), infatti, non hanno perso tempo per mettere pressione sull’argomento. La prima, in un comunicato stampa, annuncia la sua richiesta “di un divieto totale su tutte le sigarette elettroniche e i prodotti del vaping che non hanno ricevuto l’approvazione della Food and Drug Administration come strumenti per la cessazione del fumo”. La richiesta, si legge, è maturata “in seguito alla recente crisi di malattie polmonari che hanno causato oltre 2000 ricoveri e più di 40 morti nel Paese e all’impennata dell’uso dell’e-cig giovanile”. Fa specie che alle orecchie dell’Ama non sia giunta la voce che le indagini condotte dai Cdc e dalla Fda indicano con sempre maggiore accuratezza che la causa delle malattie è l’olio di vitamina E, contenuto in ricariche illegali alla cannabis. Ma tant’è.
L’associazione, oltre al divieto totale per tutti i prodotti del vaping, ha altre raccomandazioni. Chiede che siano finanziati studi sulla sicurezza delle sigarette elettroniche e sulla loro efficacia ai fini della cessazione del fumo; chiede uno studio immediato e completo sull’uso di trattamenti farmacologici e non farmacologici per trattare il “disturbo da uso di tabacco e la dipendenza da nicotina causati dall’uso di prodotti del tabacco combustibili e non combustibili fra i minori di 18 anni“; promette una “attiva collaborazione” con gli operatori sanitari per convincere i farmacisti a smettere di vendere prodotti del tabacco; richiede infine che siano assegnati dei codici diagnostici per le malattie associate alla sigaretta elettronica. Insomma, una vera dichiarazione di guerra.
Toni leggermente più morbidi, ma stessa sostanza, per l’American Cancer Society che pure nel febbraio del 2018, nel suo position statement, affermava che “passare all’uso esclusivo della sigaretta elettronica è preferibile rispetto a continuare a utilizzare prodotti a tabacco combusto”  ed esortava ad incoraggiare i fumatori a “passare alla forma meno dannosa possibile di prodotto del tabacco”. Nel giugno dello stesso anno, la società lamentava la disinformazione sui prodotti del vaping: “Molti adultisi leggeva in un intervento sulla rivista CA: A Cancer Journal for Physicianscredono, erroneamente, che siano dannosi come i prodotti che bruciano tabacco”.
Ma, spiega il direttore dell’Acs Gary Reedy, dal 2018 il panorama del tobacco control e questi prodotti sono “significativamente mutati”. Così significativamente che la società ha ritenuto di aggiornare la sua posizione, naturalmente in senso restrittivo. E, dopo aver espresso l’ovvio, cioè che “i minori non devono usare prodotti del tabacco, comprese le sigarette elettroniche”, l’Acs afferma che “le sigarette elettroniche non devono essere usate per smettere di fumare”. E, in un idem sentire con l’Ama, spiega perché: “Nessuna sigaretta elettronica è stata approvata dalla Food and Drug Administraion come un prodotto sicuro ed efficace per la cessazione”. I fumatori sono invitati a smettere con sistemi come le terapie sostitutive approvate dalla Fda e farmaci per via orale. E se, fino all’anno scorso, l’Acs incoraggiava i fumatori a passare all’elettronica, ora ammonisce quelli che lo hanno fatto, perché si espongono “a potenziali seri rischi per la salute”. Per loro la raccomandazione è di non tornare a fumare, ma di rivolgersi agli operatori sanitari.
Se il messaggio non fosse ancora abbastanza chiaro, la società mette nero su bianco: “L’Acs incoraggia il divieto di uso di tutti i gusti, compresi menta e mentolo, in tutti i prodotti del tabacco, incluse le sigarette elettroniche”. Infine, riconoscendo che “molte sigarette elettroniche vendute negli Usa contengono concentrazioni di nicotina molto più alte di quelle vendute altrove”, chiede all’Fda di “limitare severamente la quantità di nicotina consentita nelle sigarette elettroniche”. La partita americana, a quanto pare, è ben lontana dall’essere chiusa.

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