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Medici di serie A e medici di serie B. Una vera e propria discriminazione è quella che sta avvenendo nelle Filippine. Il locale Istituto superiore di sanità ha esortato i medici a non entrare in contatto, lavorare o fare ricerca per o con le aziende del vaping. Pena l’esclusione da ipotetici futuri scatti di carriera statale. Come se la validità scientifica di una ricerca possa cambiare a seconda del committente. Eppure è quello che sta accadendo. Il clima di sfiducia attorno alla sigaretta elettronica è stato rafforzato dal presidente Duterte che il mese scorso ha vietato in tutto il territorio nazionale l’utilizzo e l’importazione delle sigarette elettroniche.
Il ministro alla sanità delle Filippine ha spiegato che “le aziende produttrici di sigarette elettroniche stanno attualmente avvicinando i medici nel tentativo di reclutarli in campagne di disinformazione che promuovono il vaping come opzione praticabile di riduzione del danno”. Probabilmente i riferimenti politici, scientifici e culturali del ministro filippino non prevedono la lettura della ricerca inglese che definisce nel 95 per cento la riduzione del danno delle sigarette elettroniche rispetto al tabacco combusto.