Testata giornalistica destinata agli operatori del settore delle sigarette elettroniche - Registrazione Tribunale di Roma: 234/2015; Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017 - Best Edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - Partita Iva 14153851002

Tangentopoli del tabacco, Philip Morris chiarisce: “Checcaglini mai stato nostro dipendente”

Le indagini della Procura hanno portato all'arresto di nove persone, tra cui alti funzionari dell'Agenzia Dogane e Monopoli e un ex collaboratore della multinazionale.

“In relazione ad alcune notizie stampa che coinvolgono, tra gli altri, il Sig. Checcaglini indicato come “Direttore Affari Istituzionali Philip Morris Italia”, l’azienda intende precisare che il Sig. Checcaglini non è, né è mai stato, dipendente dell’azienda o Direttore Affari Istituzionali, avendo avuto con la stessa esclusivamente un rapporto di consulenza esterna.  Philip Morris Italia è a disposizione delle autorità competenti per fornire ogni chiarimento che fosse ritenuto utile”. Si affida a queste poche righe l’ufficio comunicazione di Philip Morris Italia per commentare i pesanti fatti di cronaca accaduti ieri e che hanno portato all’arresto di nove persone, tra cui alti funzionari dell’Agenzia Dogane e Monopoli e un ex collaboratore della multinazionale. E sembrerebbe che vogliano prendere le distanze da quello che la questura – e non gli organi di stampa – ha definito “all’epoca dei fatti Direttore Affari Istituzionali Philip Morris Italia”.
Così come riportato da Il fatto Quotidiano entrata in possesso dei verbali e delle intercettazioni degli inquirenti, Massimo Pietrangeli che all’epoca dei fatti era Direttore Accertamento e Riscossione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli avrebbe “divulgato a Checcaglini l’informazione riservata avente a oggetto la mancata richiesta di variazione del prezzo delle sigarette (…) da parte della Bat, British American Tobacco, concorrente della Philip Morris Italia che, avendo richiesto l’aumento del prezzo di vendita per i propri prodotti, si sarebbe trovata in una posizione economica svantaggiosa qualora la Bat avesse richiesto una variazione in diminuzione dei suoi prodotti”. Sempre secondo i Pm, riferisce sempre Il Fatto, “le pressioni di Pietrangeli sui colleghi Concetta Anna Di Pietro (dirigente preposta all’Ufficio circolazione tabacchi, ai domiciliari) e Fabio Carducci (direttore centrale gestione accise e monopolio tabacchi, anche lui ai domiciliari) avevano ottenuto “l’approvazione ritardata (…) della determinazione con cui si fissano i prezzi di vendita al pubblico dei tabacchi lavorati (cosiddetto prezzo medio ponderato)”. E ancora: Massimo Pietrangeli avrebbe “informato Checcaglini dei futuri controlli che lui stesso (…) avrebbe disposto nei confronti dei tabaccai volti alla ricerca dei cartelli promozionali, recanti la dicitura ‘blocco dei prezzi delle sigarette’ con conseguente applicazione di sanzioni amministrative”.
Spetterà ora al procuratore aggiunto Paolo Ielo, coordinatore delle indagini, accertare eventuali ulteriori responsabilità in quella che si sta delineando come una vera e propria Tangentopoli del Tabacco. Verificando altresì se si tratta di episodi singoli e personali o di un sistema rodato di cui è infetta l’intera Agenzia statale.

Articoli correlati