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Liquidi per sigarette elettroniche: da gennaio 2021 nuovo obbligo in etichetta

Prorogato di un anno il codice di 16 caratteri (unique formula identifier, UFI) da apporre nelle confezioni delle miscele ritenute pericolose.

Un nuovo elemento apparirà sulle etichette dei prodotti a partire dal 2021: un codice di 16 caratteri chiamato identificatore unico di formula (unique formula identifier, UFI). Avrebbe dovuto essere inserito già a partire dal  mese di gennaio 2020 ma la commissione europea ha deciso di prolungare l’attesa di ulteriori dodici mesi. Entro il 2025, l’UFI sarà obbligatorio sull’etichetta di tutti i prodotti classificati come pericolosi che presentano rischi per la salute o un pericolo per l’incolumità della persona. Gli importatori e gli utilizzatori a valle che immettono tali prodotti sul mercato dovranno fornire informazioni specifiche sui prodotti, compreso l’UFI, ai centri antiveleni. Gli strumenti e il supporto per generare l’UFI sono disponibili sul sito web dei centri antiveleni dell’ECHA.

COS’È UN UFI?

L’identificatore unico di formula, noto con l’acronimo UFI, è un codice alfanumerico di 16 caratteri che sarà obbligatorio indicare sull’etichetta dei prodotti che contengono una miscela pericolosa. Oltre all’UFI, è necessario fornire ai centri antiveleni anche altre informazioni sulla miscela e sui prodotti associati, quali composizione, denominazione commerciale colore, imballaggio, categoria dei prodotti e informazioni tossicologiche. L’UFI mira a stabilire un collegamento univoco tra le informazioni fornite con il prodotto immesso sul mercato. La condizione per l’assegnazione di un UFI è che tutti i prodotti etichettati e notificati con lo stesso debbano avere la stessa composizione di miscela.

COME VERRÀ UTILIZZATO L’UFI?

L’UFI e le altre informazioni fornite saranno utilizzati principalmente dai centri antiveleni in caso di chiamata d’emergenza. Per esempio, l’UFI può essere letto direttamente dall’etichetta di un prodotto all’operatore di un centro antiveleni, oltre al nome commerciale, per identificare con precisione il prodotto interessato dall’incidente.

CHE COSA SERVE PER CREARE UN UFI?

Per creare l’UFI per una miscela, è necessario il numerodi partita IVA dell’azienda (o il “company key”, chiave aziendale, in casi specifici) e un numero di formulazione specifico per la miscela. Inserendo questi due numeri nello strumento online generatore di UFI dell’ECHA verrà fornito il codice UFI. Il numero di partita IVA è un elemento chiave per garantire che l’UFI sia unico, in modo che non si verifichino sovrapposizioni tra UFI generati da aziende diverse.  Molto probabilmente l’azienda utilizza già dei codici di formulazione interni. Se sono solo numerici, composti da cifre comprese tra 0 e 268 435 255, possono essere utilizzati direttamente nel generatore di UFI. In altri casi, ad esempio quando sono alfanumerici o contengono altri caratteri, è necessario prima assegnare nuovi numeri di formulazione alle miscele che rispettano il formato richiesto. È essenziale non riutilizzare lo stesso numero di formulazione usando lo stesso numero di partita IVA quando le miscele hanno composizioni diverse.  Il generatore di UFI e la guida per l’utente sono disponibili sul sito web dei centri antiveleni dell’ECHA in 23 lingue dell’UE. Chi gestisce un ampio portafoglio di prodotti potrebbe decidere di sviluppare un proprio generatore nel sistema informatico dell’azienda per una più efficiente creazione di serie di UFI. A tale scopo, è necessario consultare il manuale dello sviluppatore UFI.

L’UFI MANTERRÀ RISERVATI I DATI DELL’AZIENDA?

L’UFI rispetta anche l’integrità dei dati aziendali riservati. Ad esempio, non è possibile decodificare dall’UFI le informazioni sulla composizione della miscela. Solo i centri antiveleni sapranno quale composizione di miscela corrisponde all’UFI fornito. In questo modo, l’UFI tutela la riservatezza dei dati aziendali.

COME VIENE UTILIZZATO L’UFI NELLA CATENA DI APPROVVIGIONAMENTO PER UNA MISCELA IN UN’ALTRA MISCELA?

Una miscela immessa sul mercato spesso consiste di una miscela in un’altra: in altre parole, è ottenuta mescolando due o più miscele insieme secondo le specifiche del responsabile della formulazione. Poiché non è possibile decodificare dall’UFI informazioni riservate sulla composizione di una miscela, l’UFI può essere utilizzato in modo sicuro nella catena di approvvigionamento.  È possibile ricevere un UFI dal fornitore a monte o trasmettere un UFI al responsabile della formulazione a valle anziché rivelare la composizione completa. Tuttavia, prima di essere trasmesso nella catena di approvvigionamento, l’UFI deve essere già noto ai centri antiveleni.

QUANDO OCCORRE UN NUOVO CODICE UFI?

A condizione che la composizione della miscela rimanga la stessa, il codice UFI può rimanere lo stesso, anche se si verificano altre modifiche al prodotto (ad esempio un nuovo imballaggio o una nuova denominazione commerciale). Uno nuovo UFI deve essere generato e stampato o apposto sull’etichetta solo quando si verifica un cambiamento nella composizione della miscela, per esempio se un componente viene aggiunto, eliminato o sostituito, o se le concentrazioni dei componenti cambiano oltre l’intervallo di variazione consentito. In tale caso, è necessario monitorare le modifiche alla composizione della miscela e generare un nuovo UFI, informare i centri antiveleni e rietichettare i prodotti in base alle necessità.

È POSSIBILE UTILIZZARE UN UFI PER PIÙ PRODOTTI O PIÙ UFI PER UN PRODOTTO?

A condizione che la composizione della miscela nel prodotto sia la stessa, è possibile utilizzare lo stesso UFI sull’etichetta dei prodotti in tutti i paesi SEE; è possibile utilizzare lo stesso UFI anche sull’etichetta dei prodotti all’interno dello stesso paese, anche se sono commercializzati con nomi commerciali diversi. Per la gestione dei dati o per motivi commerciali, è possibile scegliere di assegnare più di un UFI alla stessa miscela. In questo caso, ogni prodotto avrebbe un proprio UFI, pur contenendo la stessa miscela.
Qualunque sia l’approccio scelto, è essenziale comunicare gli UFI corretti ai centri antiveleni di ciascuna area di mercato pertinente, in modo che gli operatori sanitari di emergenza possano identificare il prodotto in maniera inequivocabile.

È POSSIBILE UTILIZZARE L’UFI PER LE MISCELE NON PERICOLOSE?

Potrebbe essere utile assegnare un UFI a una miscela non pericolosa o a miscele classificate come pericolose solo per l’ambiente.
L’inclusione volontaria dell’UFI nell’etichetta dei prodotti finali contenenti tali miscele sarebbe utile ai centri antiveleni, in quanto la conoscenza di qualsiasi prodotto, classificato o meno, comunicato in una chiamata a un tale centro consente agli operatori sanitari di fornire consigli con una migliore cognizione di causa.
Nel caso di miscele in miscele, è consigliabile mantenere protetti dall’UFI i dati aziendali riservati quando si comunica la miscela nella catena di approvvigionamento. L’inclusione sull’etichetta è facoltativa, tuttavia l’UFI deve essere trasmesso ai centri antiveleni per consentire loro di effettuare il collegamento tra la miscela in un’altra miscela e le relative informazioni.

L’UFI DEVE SEMPRE FIGURARE SULL’ETICHETTA?

L’UFI deve essere stampato o apposto sull’etichetta di tutti i prodotti contenenti miscele pericolose. Qualora i prodotti non siano etichettati, come nel caso di alcuni prodotti utilizzati nei siti industriali, l’UFI può essere indicato nella scheda di dati di sicurezza.

QUALI SONO LE REGOLE PER UN CODICE UFI SULL’ETICHETTA?

L’acronimo “UFI” (lo stesso in tutte le lingue e gli alfabeti dell’UE e da non tradurre) deve figurare in lettere maiuscole ed essere seguito da un codice alfanumerico di 16 caratteri. Il codice è diviso in quattro blocchi, ciascuno separato da un trattino. Sebbene non siano stati fissati requisiti specifici, ad esempio per il tipo o la dimensione dei caratteri, l’UFI deve essere chiaramente visibile e leggibile sull’etichetta del prodotto. A causa delle diverse dimensioni delle etichette e di altre indicazioni in materia di etichettatura che devono figurare nello stesso spazio, l’UFI deve essere posizionato in modo da essere facilmente localizzabile
(ad esempio vicino al codice a barre o ai pittogrammi di pericolo). In sostanza, è necessario determinare come l’UFI debba essere stampato o affisso nel modo più efficace per facilitare la sua comunicazione ai centri antiveleni.

ENTRO QUANDO L’UFI DOVREBBE ESSERE SULL’ETICHETTA?

L’azienda sarà tenuta a notificare l’UFI e altre informazioni sui prodotti nel nuovo formato armonizzato entro il 1° gennaio 2021 per le miscele destinate all’uso da parte dei consumatori. Anche le miscele per uso professionale dovranno essere notificate entro il 1° gennaio 2021 e quelle per uso industriale solo entro il 1° gennaio 2024. Le miscele già presenti sul mercato devono essere conformi entro la fine del periodo transitorio, il che significa che entro il 1° gennaio 2025, tutti i prodotti rilevanti sul mercato dovranno recare sull’etichetta l’indicazione “UFI”. Le aziende devono essere pronte con gli UFI sulle etichette prima della scadenza per presentare queste informazioni sui prodotti ai centri antiveleni. In pratica, ciò significa che la generazione di UFI e la stampa di etichette appropriate per i prodotti devono essere pianificate attentamente nella programmazione dell’azienda e possono essere eseguite in anticipo rispetto alle relative scadenze di consegna, già da oggi.

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