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Giro di vite sulla sigaretta elettronica in Ungheria, già uno dei Paesi più restrittivi dell’Unione Europea in materia. Con una legge passata con 117 voti favorevoli, 37 contrari e 15 astenuti, il Parlamento di Budapest ha deciso che, dal prossimo anno, la vendita di sigarette elettroniche di liquidi di ricarica sarà consentita esclusivamente nella rete statale dei tabaccai.
Diminuirà anche il numero delle rivendite, perché la soglia viene innalzata da una tabaccheria ogni tremila abitanti a una ogni quattromila. In compenso, diminuirà il prelievo fiscale che passa da 55 a 20 fiorini per millilitro. In pratica per un flacone da 10 ml, la tassa passa da circa 1,60 a 0,66 euro. La diminuzione – spiegano i parlamentari del partito di governo Fidesz, che ha proposto la legge – allinea la tassazione sui prodotti del vaping a quella dei Paesi confinanti, al fine di ridurre le importazioni illegali.
La legge ungherese introduce anche una nuova tassa sui prodotti a tabacco riscaldato, che saranno soggetti a un prelievo di 19,160 fiorini (circa 57 euro) al chilogrammo a partire dal 1° marzo del 2020. Il quotidiano locale Adózóna riporta ulteriori dettagli del provvedimento, pensati per la tutela dei minori. Sarà revocata, infatti, la concessione a quei tabaccai colti a vendere prodotti vietati ai minori per almeno tre volte in una anno, previa decisione definitiva dell’autorità delle dogane o per la protezione dei consumatori.