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Usa, l’80% dei ricoverati per Evali ha acquistato Thc da canali informali

Un nuovo studio dei Cdc ribadiscono l'allarme: non usate sigarette elettroniche al Thc, soprattutto se provenienti da canali non commerciali.

La maggior parte delle persone colpite dalla crisi di malattie polmonari negli Stati Uniti si è procurata i prodotti per la vaporizzazione contenenti Thc (la sostanza psicoattiva della cannabis) da fonti informali. Vale a dire da amici, parenti, spacciatori, online o comunque non da rivendite specializzate. A rilevarlo uno studio appena pubblicato nel Morbidity & Mortality Weekly Report dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) che, insieme alla Food and Drug Administration, porta avanti l’indagine sulla malattia. Ad oggi, rileva lo studio, l’82% dei pazienti ospedalizzati ha ammesso di aver utilizzato prodotti con Thc, (anche se molti medici ritengono questa percentuale falsata al ribasso); il 34% ha dichiarato di aver usato esclusivamente questi prodotti. Il 50% di questi pazienti è stato in grado di fornire informazioni sull’origine dei prodotti consumati.
E qui vengono fuori dati interessanti, visto che il 78% degli intervistati ha rivelato di esserseli procurati esclusivamente per vie non ufficiali, il 16% dichiara di essersi rifornito tramite “fonti commerciali” (rivendite autorizzate, negozi di articoli per lo svapo o per fumatori) e il 6% dice di aver utilizzato entrambi i canali. Le proporzioni si ribaltano per quanto riguarda l’approvvigionamento di prodotti per lo svapo contenenti nicotina. In questo caso è il 70% a dichiarare di rifornirsi da negozi e rivendite specializzate, il 17% solo da fonti informali e il 15% da entrambe.
Questi dati rafforzano la strada presa dalle indagini, che credono di aver identificato la causa delle malattie polmonari nell’acetato vitamina E, un addensante usato nei prodotti per la vaporizzazione con Thc contraffatti, che è stato trovato sia nei prodotti consumati dai pazienti che nel loro fluido polmonare. Questi nuovi numeri rafforzano anche la convinzione che si tratti di un problema legato al commercio illegale di prodotti con Thc, che nulla hanno a che fare con i liquidi con nicotina per fumatori, venduti nei normali negozi di sigarette elettroniche.
In seguito a questo studio, infatti, i Cdc e l’Fda ribadiscono con forza la raccomandazione che ormai ripetono da mesi: “non usare prodotti per la vaporizzazione o sigarette elettroniche contenenti Thc, in particolare se provenienti da fonti informali come amici, famiglie, spacciatori in persona o online”.

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