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Sigarette elettroniche, dopo le critiche l’Oms modifica il documento

Eliminate dal Questions & Answers alcune delle sviste più clamorose. Ma purtroppo la sostanza non cambia.

Travolta dalle critiche del mondo scientifico, l’Organizzazione mondiale di sanità ha modificato la pagina di Domande e risposte sulla sigaretta elettronica, pubblicata lo scorso 20 gennaio sul suo sito internazionale. Lo ha fatto in silenzio il 29 gennaio, senza darne pubblicità sui suoi canali social e di informazione, mentre la prima pubblicazione era stata annunciata da una intensa campagna su Twitter con tanto di infografiche. La sostanza non cambia, o cambia di poco, ma è il segno di come le critiche fossero fondate e del pressappochismo con cui era stato redatto il documento.
La prima cosa che salta all’occhio è che è scomparso il riferimento al “glicole, utilizzato per fare l’antigelo” fra le sostanze tossiche che renderebbero pericolose le emissioni della sigaretta elettronica a terzi. Il fatto che l’Oms confondesse il glicole propilenico, ingrediente alimentare e farmaceutico, utilizzato anche negli inalatori per gli asmatici, con il glicole etilenico, che è effettivamente usato negli antigelo, aveva fatto cadere le braccia a molti. Tanto che l’Organizzazione si è affrettata ad eliminare il passaggio, limitandosi a parlare genericamente di sostanze tossiche.
Modificata anche la risposta che imputava le morti per crisi polmonari accadute negli Stati Uniti all’uso degli Ends, cioè dei sistemi elettronici per la somministrazione di nicotina. Sebbene l’Oms continui a sostenere che “sono in aumento le prove che associano gli Ends con le lesioni polmonari e recentemente le sigarette elettroniche sono state collegate ad una crisi di malattie polmonari negli Usa”, la risposta è integrata con una citazione dei Cdc americani. Qui si dice che l’82% dei pazienti ospedalizzati riporta di aver usato prodotti contenenti Thc e si aggiunge che è stato identificato un forte legame con l’acetato di vitamina E.
Un altro passaggio che aveva fatto scalpore era stata la domanda “Le sigarette elettroniche sono più dannose di quelle tradizionali?”. Nella versione originale, la risposta era che dipendeva da molti fattori e che comunque “ponevano un chiaro rischio per la salute e non erano in alcun modo sicure”. Per questo l’Oms è stata accusata di minimizzare i danni del fumo. Nella nuova versione cambia la domanda, nella quale ci si chiede se sono più o meno dannose. La risposta aggiornata è molto più articolata della precedente, ma la sostanza non cambia. Secondo l’organizzazione, le troppe variabili e i troppi fattori in giocono (come il tipo di prodotto, l’uso che se ne fa, chi lo usa ecc.) rendono “difficile generalizzare il rischio per la salute degli Ends rispetto alle sigarette o altri prodotti del tabacco”.
Eliminata completamente la domanda e risposta che sembrava suggerire un divieto totale delle sigarette elettroniche. Il riferimento ai trenta Paesi che hanno istituito un divieto è stato inserito nella domanda successiva, quella relativa ai suggerimenti per la regolamentazione, che sono articolati diversamente. Si consiglia di prevenire l’iniziazione di non fumatori e minori vietando o limitando pubblicità, promozione e gli aromi che attirano i giovani, normando le caratteristiche dei prodotti e vietando il vaping dove è proibito fumare. È, però, scomparso il suggerimento di tassare le sigarette elettroniche come il tabacco per scoraggiarne il consumo.
E per quanto riguarda il ruolo degli Ends per smettere di fumare? Nella versione aggiornata, l’Oms riconosce che c’è un dibattito scientifico in corso. Ma al momento – conclude – la questione non è chiara. E quindi esorta i governi ad adottare “politiche e interventi che sappiamo funzionare”. E suggerisce che, “dove è economicamente possibile, i governi promuovano le terapie sostitutive a base di nicotina e le terapie farmacologiche per la cessazione”. Ognuno tragga le sue conclusioni.

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