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Sigarette elettroniche, Sovape all’attacco: l’Oms viola principi fondativi e diritti umani

Un documento dell'associazione francese per la riduzione del rischio da fumo critica duramente l'Organizzazione mondiale di sanità.

Non poteva avere tempismo più azzeccato il position paper pubblicato oggi dall’associazione francese per la riduzione del rischio e del danno da fumo Sovape sull’Organizzazione mondiale di sanità, la lotta al tabacco e il vaping. Il documento nasce da una querelle tutta francese fra l’Alliance contre le tabac e l’Academie Nationale de Médicine, che aveva appunto criticato aspramento l’Oms per le sue posizioni sulla sigaretta elettronica. Il caso vuole ha voluto che il lavoro abbia visto la luce proprio quando la massima istituzione sanitaria internazionale è di nuovo al centro delle polemiche per una campagna social contro l’e-cig che brilla per pressappochismo e scarsa scientificità.
L’associazione francese ricorda prima di tutto che il rapporto diffuso l’estate scorsa a nome dell’Oms, in cui si affermava che le sigarette elettroniche erano indiscutibilmente dannose”, era in realtà finanziato dalla fondazione di Michael Bloomberg, attualmente candidato alla presidenza degli Usa che ha impegnato 160 milioni di dollari in una campagna per il divieto degli aromi. E già questo dovrebbe far sollevare più di un sopracciglio.
Ma, secondo Sovape, la questione è molto più profonda e riguarda la Convenzione quadro per la lotta al tabacco entrata in vigore nel 2005 e che si riunisce ogni due anni. Il primo articolo della Convenzione, rilevano i francesi, parla espressamente di perseguimento di “strategie di riduzione del rischio”, una pratica che viene invece sempre scartata nei fatti. L’articolo 5.3, poi, impone agli Stati membri di proteggere le loro politiche “dagli interessi commerciali dell’industria del tabacco”. Eppure l’ultimo Cop 8 di Ginevra è stato presieduto da Preeti Sudan, esponente del governo indiano che detiene quote dell’industria del tabacco (soprattutto la India Tobacco Company Limited). Una palese violazione, secondo Sovape, dei principi fondativi.
Di opacità e conflitti di interesse parla ancora l’associazione francese, ricordando come a giornalisti, pubblico e organizzazioni indipendenti di consumatori sia stato impedito l’accesso ai lavori delle conferenze delle parti, mentre giravano indisturbati lobbisti e piovevano finanziamenti privati per le iniziative sulla lotta contro il fumo. Sovape, infine, rimprovera all’Oms di non tenere in nessun conto i diritti umani, quando incoraggia governi dispotici come quello delle Filippine o il regime militare tailandese, che punisce con il carcere chi usa la sigaretta elettronica ed è titolare del monopolio del tabacco. Fino alla gaffe di qualche anno fa, quando il referente dell’organizzazione del sud-est asiatico Jagdish Kaur, in un intervento sull’Indian Journal of Public Health, invitò i governi della regione a seguire l’esempio della Corea del Nord di Kim Jong-un in materia di politiche sulla sigaretta elettronica. Ovviamente vietandola.
Insomma, l’associazione francese rimprovera alla Convenzione la mancanza di trasparenza sul suo funzionamento e sui finanziamenti e la noncuranza verso i principi fondativi dell’istituzione e i diritti umani fondamentali. E chiede una mobilitazione dell’opinione pubblica in vista del Cop 9 che si terrà in Olanda alla fine del 2020, affinché la delegazione francese “difenda con vigore i principi della lotta contro il tabacco, della riduzione del rischio e della partecipazione delle comunità interessate, come stabilito dalla Carta di Ottawa del 1986 e dalla dichiarazione di Jakarta del 1997”.

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