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Evali, i dettagli dello studio che per primo identificò l’acetato di vitamina E

Pubblicata la ricerca che già la scorsa estate spostava l'attenzione dai liquidi con nicotina per sigarette elettroniche.

È stato pubblicato lo scorso 24 gennaio sulla rivista Toxics lo studio condotto nel mese di agosto nello stato di New York sui casi di malattie polmonari, che per primo evidenziò il ruolo dell’acetato di vitamina E contenuto nei liquidi illegali al Thc nell’esplosione della cosiddetta Evali. Sigmagazine ne dette notizia già il 6 settembre, all’indomani del comunicato stampa del Dipartimento della salute dello Stato. Ora vengono resi noti i dettagli del lavoro condotto da ricercatori del Wadsworth Center Del Dipartimento della salute dello Stato di New York, della State University of New York di Albany e dell’Albany Medical Center.

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Ad essere esaminati furono 38 campioni di liquidi utilizzati dai primi dieci pazienti ricoverati nello Stato. Due contenevano nicotina, mentre tutti gli altri erano e-liquid a base di cannabis di provenienza illegale. “Questi ultimi – scrivono gli autori – avevano un contenuto di cannabinoide relativamente basso rispetto ai tipici liquidi alla cannabis per la vaporizzazione. In alcuni campioni è stata riscontrata una varietà di residui di pesticidi, come il miclobutanil e il bifentrin”. Ma veniamo alla sostanza incriminata. “La scoperta più importante – spiegano – è stata l’identificazione dell’acetato di vitamina E, presente come principale diluente nel 64% dei campioni a livelli che variavano dal 16 al 57% del totale”. Nei due prodotti contenenti nicotina analizzati, invece, non fu trovato alcun composto sconosciuto che potesse potenzialmente causare le malattie polmonari.
Il nostro laboratorio – commenta David C. Spink del Wadsworth Center e primo autore dello studio – è stato il primo a identificare l’acetato di vitamina E nei liquidi per la vaporizzazione ottenuti dai pazienti ricoverati per la malattia polmonare”. Spink spiega anche di aver prontamente riportato la notizia ai Centers for disease control and prevention, alla Food and Drug Administration e alle autorità sanitarie di molti Stati il 19 agosto scorso. Come ricordato, il 5 settembre, basandosi su questo studio, il Dipartimento della salute di New York diramò un comunicato stampa, informando che le indagini sulla causa delle malattie polmonari si sarebbero concentrate sull’acetato di vitamina E. “Per capire le origini della sostanza nei liquidi illegali – dichiara ancora Spink – il Dipartimento acquistò via internet sei prodotti, venduti come diluenti o addensanti per l’olio di cannabis. Tre di questi si rivelarono essere acetato di vitamina E puro”.
Riflessioni interessanti si leggono anche nella discussione dello studio. I liquidi alla cannabis per la vaporizzazione normati dal NYS Medical Marijuana Program – cioè quelli legali nello Stato di New York – sono privi di eccipienti e hanno un contenuto di cannabinoidi compreso fra l’80 e il 90%. In quelli del mercato illegale, invece, è inferiore al 50%, mentre l’acetato di vitamina E arriva al 58%. Gli autori dello studio spiegano anche i motivi dell’aggiunta di questa sostanza. “Tagliare il prodotto con materiali economici non riconoscibili dal consumatore – spiegano gli autori – è una pratica utilizzata da molto tempo nel mercato illegale delle droghe per massimizzare i profitti e aumentare la produzione”.
Diluenti come il glicerolo, il glicole propilenico e i trigliceridi a catena media – si legge ancora – non forniscono abbastanza viscosità per tagliare i liquidi alla cannabis e un consumatore esperto capisce che non si tratta di olio puro. I diluenti a base di vitamina E sono insapori e inodori, miscelabili all’olio di cannabis in qualsiasi proporzione (…). Ad occhio nudo è impossibile distinguere una cartuccia contenente olio di cannabis di alta qualità da una pesantemente tagliata con l’acetato di vitamina E”. Questa nuova generazione di diluenti, conclude lo studio, è arrivata sul mercato nel 2018, “ma la vendita di questi prodotti è aumentata drasticamente nella primavera del 2019”. Cioè immediatamente prima dello scoppio delle malattie polmonari.

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