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Tangentopoli del tabacco, esposto in Procura: nel mirino Philip Morris e Monopoli di Stato

Presentato da British American Tobacco Italia, formalmente contro ignoti, per concorrenza sleale e turbativa di mercato. Il riferimento è allo sconto fiscale ottenuto dal tabacco riscaldato nel 2018.

British American Tobacco Italia ha depositato un esposto – formalmente contro ignoti – alla Procura della Repubblica di Roma chiedendo che sia fatta chiarezza in merito ai fatti emersi in seguito all’indagine della procura di Roma, denominata Cassandra, che lo scorso dicembre ha portato all’applicazione di misure cautelari personali per dieci funzionari pubblici e imprenditori, ritenuti responsabili di corruzione e truffa ai danni dello Stato. Uno dei rami della complessa inchiesta del PM presso il Tribunale di Roma avrebbe fatto emergere un “peculiare sistema corruttivo consolidatosi nel tempo” che vedrebbe anche coinvolti, da un lato, dirigenti ed ex dirigenti dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e dall’altro un ex consulente di Philip Morris Italia e imprenditori. In sostanza, nonostante l’esposto sia formalmente contro ignoti, nelle memorie contenute all’interno dell’esposto si fa invece un chiaro atto d’accusa: i rapporti “consolidati nel tempo” tra i funzionari pubblici coinvolti e il rappresentante d’interesse di Philip Morris Italia avrebbero determinato “turbativa di mercato” e “concorrenza sleale“.
Dai dettagli resi noti  – si legge nell’esposto presentato da Bat – viene contestato agli indagati lo stabile asservimento della funzione pubblica, desumibile da plurime condotte dei dirigenti dei Monopoli di Stato – che detengono potere nei processi decisionali e sull’attività di conttrollo sulla produzione, distribuzione e vendita di tabacchi lavorati – consistenti nella rivelazione di notizie e documenti, acquisiti per motivi d’ufficio, o nel riservare un trattamento di riguardo alla Philip Morris a discapito degli altri produttori concorrenti; il tutto, sempre secondo la ricostruzione accusatoria, in cambio della promessa di assunzione di soggetti segnalati dagli stessi dirigenti pubblici e altre utilità“. L’attività di indagine avrebbe poi appurato l’esistenza di telefonate tra un dirigente di Aams e il consulente di Pmi al fine di intervenire presso una seconda dirigente dei Monopoli per “convincerla – si legge sempre nell’esposto – a ritardare l’emanazione del decreto annuale di fissazione delle accise sui tabacchi; tale ritardo, incidendo sul prezzo di vendita delle sigarette, avrebbe avuto riverberi anche sugli introiti della Philip Morris nel cui interesse agiva” il consulente esterno coinvolto nell’inchiesta.
Nell’esposto vengono ancora sottolineati alcuni episodi che avrebbero coinvolto gli attuali indagati, tra cui alcune promesse di assunzione di parenti o di scatti di carriera personali. “Peraltro – continua l’esposto – nel novembre 2018 nell’ambito del Collegato fiscale alla manovra finanziaria per l’anno 2019, venne previsto l’abbattimento sostanziale della fiscalità applicabile ai cd prodotti del tabacco riscaldato, la quale venne ridotta dal 50% delle sigarette tradizionali al solo 25%. A quella data, la Philip Morris deteneva il 100% del mercato del tabacco riscaldato”. Questa scelta amministrativa, sostiene Bat, “è apparsa a tutti gli operatori del settore inspiegabile, anche in considerazione della assenza di qualunque valutazione tecnica del Ministero della Salute ed/o dell’Istituto superiore di sanità, che potesse giustificare una riduzione di accisa del 75% rispetto alle tradizionali sigarette da combustione. Orbene è ragionevole ritenere che fosse proprio e solamente l’organicità e l’interessato asservimento dei funzionari […] a Philip Morris a giustificare siffatto irragionevole sconto fiscale. È questa un’ipotesi investigativa non manifestamente infondata e che si auspica verrà approfondita nel corso delle indagini“. Alla luce dei fatti narrati, British American Tobacco chiede che le ipotesi accusatorie a carico degli indagati possano essere inquadrate anche come “atti di concorrenza sleale (art. 2598 c.c.) e turbata libertà dell’industria o del commercio (art. 513 c.p.)“, avvalendosi anche della facoltà di presentarsi “quale persona offesa del reato“.
Lo sgravio fiscale ha sollevato gravi perplessità – commenta Alessandro Bertolini, vice presidente di British American Tobacco Italia – anche perché la valutazione tecnica del Ministero della Salute sul potenziale rischio ridotto di questi nuovi prodotti, tale da giustificare una ulteriore riduzione così consistente dell’accisa, non è a tutt’oggi disponibile. Seguiamo con attenzione tutte le dinamiche del mercato e ci rapportiamo con tutti i nostri interlocutori con la massima trasparenza e diligenza, venire a conoscenza di possibili favoritismi e clientelismi è per noi un fatto gravissimo che ci siamo sentiti in dovere di denunciare tramite questo esposto che è contro ignoti e intende rimarcare l’assoluta necessità che venga fatta piena luce su fatti e circostanze che gettano ombra sulla trasparenza e imparzialità dell’azione amministrativa e sul doveroso rispetto della libera concorrenza nel mercato di riferimento. Seguiremo con la massima attenzione ogni sviluppo dell’indagine in corso”.

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