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Ectoh Berlino, gli esperti del tabacco non riconoscono la riduzione del danno da fumo

Si è svolta nella capitale tedesca la European Conference on Tobacco or Health. Chieste nuove limitazioni per la sigaretta elettronica.

Si è tenuto a Berlino, in Germania, dal 19 al 22 febbraio l’ottava edizione della European Conference on Tobacco or Health (Ectoh). Si tratta di un incontro che si tiene ogni tre anni e che riunisce scienziati, ricercatori, funzionari pubblici, associazioni non governative e altri soggetti attivi nel campo del tobacco control. Durante i lavori si è molto parlato anche di sigarette elettroniche e riduzione del danno, ma in maniera un po’ univoca, se è vero quanto lamentato su Twitter dal britannico Gerry Stimson, professore emerito dell’Imperial College di Londra. E cioè che sia stata applicata una “apartheid accademica”, nei confronti di chi, come lui, ha un punto di vista fuori dal coro.
La mancanza di punti di vista critici è stata evidente in tutto il dibattito, a cominciare dalla posizione della Commissione europea, espressa da Thea Emmerling della Direzione generale per la salute. “L’unico vero modo per uscire dalla dipendenza (dalla nicotina e dal tabacco) – recitava una slide che accompagnava il suo intervento – è non iniziare a usarla! Se hai iniziato, smetti di usarla!”. Sotto questi auspici, il dibattito ha demonizzato la sigaretta elettronica e gli altri strumenti a rischio ridotto, facendo di tutta l’erba un fascio e riconducendo tutto a una manovra dell’industria del tabacco per sovvertire i risultati raggiunti dal tobacco control.
Questa impostazione si ritrova interamente nella dichiarazione finale, dove si legge, fra l’altro, che i partecipanti “prendono atto che l’industria del tabacco continua a lanciare e promuovere nuovi prodotti dannosi e che creano dipendenza, per conservare gli attuali utilizzatori e attirare nuovi consumatori” e si dichiarano “allarmati dall’aumento di consumo di tabacco e nicotina attraverso nuovi prodotti come quelli a tabacco riscaldato e le sigarette elettroniche, compreso l’uso duale o di più prodotti”. I partecipanti si dichiarano, inoltre, “consapevoli degli sforzi sempre più aggressivi e ben finanziati dell’industria del tabacco e i suoi alleati per mettere in pericolo o sovvertire il controllo del tabacco e rinormalizzarsi”. Chi sarebbero i suoi alleati? Secondo una presentazione basata sulle interazioni su Twitter dell’organizzazione Stop, intitolata Stopping tobacco organizations e products, più o meno chiunque sostenga il vaping. Compreso il blog Vapolitique dello svizzero Philippe Poirson, che assicura di non avere alcun legame con l’industria del tabacco e valuta azioni legali.
Dopo queste prese d’atto e allo scopo “di raggiungere un’Europa sana, eliminando l’uso del tabacco e riducendo l’uso dannoso della nicotina”, i partecipanti formulano alcune richieste ai Paesi che fanno parte della Convenzione quadro sul controllo del tabacco dell’Organizzazione mondiale di sanità, quindi anche l’Italia. Alcune riguardano direttamente la sigaretta elettronica: “I Paesi dovrebbero adottare una tassazione minima sulle sigarette elettroniche e i prodotti simili per scoraggiare l’uso fra i giovani; i Paesi dovrebbero eliminare le esenzioni per le sigarette elettroniche i prodotti del tabacco diversi dalle sigarette e i surrogati per quanto riguarda gli aromi, il packaging, la pubblicità su tutte le piattaforme, il marketing, la promozione e la sponsorizzazione”. Insomma, smetti di fumare o muori.

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