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India, confiscate le sigarette elettroniche ai turisti in arrivo in aereo

Una circolare del Bureau of Civil Aviation Security alla base della misura. Ma la legge indiana non vieta l'uso personale.

Brutte notizie per gli svapatori che intendano recarsi in India. Perché in seguito a una circolare ufficiale del Bureau of Civil Aviation Security indiano, responsabile appunto della sicurezza per i voli civili, molti passeggeri in arrivo nel Paese si sono visti confiscare le loro sigarette elettroniche. La circolare, emanata lo scorso 10 gennaio, richiama la definizione del Mistero della salute e del benessere familiare che proibisce “tutte le forme di sistemi elettronici per la somministrazione di nicotina (Ends, riscaldatori di tabacco, hokkah elettronici e strumenti simili”. E di conseguenza vieta la distribuzione, la vendita, lo stoccaggio e la pubblicità di questi prodotti in tutti gli aeroporti e su tutti i voli che partono o arrivano in India.
Probabilmente la parola “storage”, grosso modo stoccaggio, viene interpretata in maniera restrittiva, nel senso che non si può portare nel Paese nemmeno la propria e-cigarette e da qui le numerose confische ai turisti. Eppure, il divieto istituito dalla legge indiana – a settembre con un decreto del governo, trasformato in legge dal Parlamento nel dicembre del 2019  – non riguarda l’uso personale. L’Avi, l’associazione dei vaper indiani, ricorda infatti come fu lo stesso Ministro della salute Harsh Vardhan, durante il dibattito parlamentare, a specificare come l’uso personale fosse escluso dal divieto. Quindi dovrebbe esserlo anche “trasportare” e “stoccare” la propria sigaretta elettronica.
I turisti che hanno subito la confisca, lamentano di non essere stati avvisati del divieto né in fase di richiesta del visto, né tantomeno dalle compagnie aeree. E non aiuta nemmeno il sito del Bureau of Civil Aviation Security, dove, nella lista degli oggetti che non si possono trasportare in volo, compaiono gli oggetti più disparati, ma non si fa menzione della sigaretta elettronica. La misura potrebbe anche rivelarsi molto penalizzante per il settore del turismo in India, storicamente meta prediletta dalla popolazione inglese, che conta un alto numero di svapatori. Ma tant’è.

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