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L’ambiguità della sanità pubblica: “Sì, la sigaretta elettronica riduce i danni. Non utilizzatela”

L’originale conclusione è contenuta all’interno delle Linee Guida europee per la dipendenza da tabacco, edizione curata dell’European network for smoking and tobacco cessation e tradotta in italiano dalla Società italiana di tabaccologia (Sitab).

La sigaretta elettronica riduce i danni provocati dal fumo”.
Le emissioni di particelle di sospensione totale del vapore sono sino a 15 volte inferiori a quelle delle sigarette tradizionali”.
Le sigarette elettroniche sono efficaci nel limitare la voglia di sigaretta nei fumatori”.
Non esistono significative differenze tra la sigaretta elettronica e i cerotti nicotinizzati”.
In sintesi: la sigaretta elettronica è uno strumento utile per aiutare chi vuole smettere di fumare e abbassare la soglia di mortalità da patologie fumo correlate. E invece no. Nonostante queste premesse, documentate con citazioni e studi clinici e di laboratorio, nonostante “non esiste alcuna evidenza di affetti avversi frequenti o gravi”, si conclude che “non vi è alcuna prova di efficacia rispetto alla cessazione da fumo”.
L’originale conclusione è contenuta all’interno delle Linee Guida europee per la dipendenza da tabacco, edizione curata dell’European network for smoking and tobacco cessation e tradotta in italiano dalla Società italiana di tabaccologia (Sitab). Centottanta pagine in cui vengono espressi giudizi sugli attuali metodi per far smettere di fumare e forniti suggerimenti ai medici che si trovano nella situazione di dover accompagnare un paziente nel percorso di cessazione. Dalle terapie di gruppo ai colloqui individuali, sino ad arrivare all’utilizzo di cerotti, spray alla nicotina e pastiglie di bupropione e vareniclina, i due farmaci sostenuti dalla classe medica. L’assioma di partenza dello studio è che il tabagismo è una malattia e come tale va curata. Quindi occorre mettere in campo la conoscenza e l’esperienza medica adiuvata dalla ricerca e dalle cure farmacologiche.
Il board editoriale delle linee guida ENSP – così come risulta nella sezione introduttiva del volume –  è composto da Panagiotis K. Behrakis (dichiara di non avere conflitti di interesse con nessuna azienda farmaceutica); Luke Clancy (dichiara che il suo istituto ha usufruito di un research grant da parte di Pfizer nel 2010; egli ha ricevuto fees di consulenza dalla Pfizer e Pierre Fabre negli anni 2010, 2011, 2012; ha ricevuto remunerazioni per docenze dalla Pfizer e dalla Novartis nel 2010, 2011, 2012); Bertrand Dautzenberg (ha collaborato negli ultimi tre anni, ma ha rifiutato ogni remunerazione personale dalla Pfizer e dalla GlaxoSmithKline); Antigona Trofor (ha ricevuto fondi regolari per consulenza dalla Novartis Pharma Services Romania SRL, CROM Research Org SRL, INC Research and Glaxo SmithKline durante il 2011-2012 ed ha ricevuto retribuzioni per relazioni occasionali presentate alla Commissione Europea, e per AstraZeneca, Servier Pharma SRL, Glaxo SmithKline e Pierre-Fabre durante il 2011-2012); Sophia Papadakis (dichiara che il suo istituto ha ricevuto contributi educazionali da Pfizer, ma ha rifiutato ogni retribuzione personale dalle aziende farmaceutiche o altre agenzie); Costantine Vardavas (dichiara che il suo istituto ha beneficiato di contributi educazionali da parte di Pfizer, ma ha rifiutato ogni retribuzione personale da aziende farmaceutiche o altre agenzie).
Appare evidente lo stretto rapporto tra molti ricercatori e l’industria farmaceutica. Rapporti che, quando vengono palesati in altri ambiti – ad esempio in ricerche finanziate dall’industria del tabacco – fanno gridare allo scandalo e tacciare i ricercatori coinvolti di dipendenza o, nei casi estremi, di connivenza.
Ad ogni buon conto, ferma restando la buona fede dei componenti del board scientifico, è utile riproporre testualmente quanto scrivono sulla sigaretta elettronica, evidenze supportate da prove scientifiche che loro stessi citano.
Le sigarette elettroniche o e-cigarette sono dispositivi a batteria che riscaldano ed emettono vapori da una soluzione liquida che contiene tipicamente glicole (evidente errore nel testo, si intendeva probabilmente glicerina, ndr) e glicole propilenico, aromi e additivi. Esistono delle cartucce usa e getta contenenti il liquido utilizzato nelle sigarette elettroniche, in entrambe le formulazioni, con o senza nicotina. Questi prodotti sono commercialmente disponibili e possono essere pubblicizzati sia come alternativa alle sigarette, sia come un prodotto per la cessazione dal fumo. Vengono espresse però delle preoccupazioni per il fatto che la sigaretta elettronica è ormai diventata un prodotto di iniziazione al tabacco, un prodotto destinato al consumo nelle aree per non fumatori. Con l’introduzione delle cartucce usa e getta, la sigaretta elettronica è diventata più economica rispetto alle sigarette regolari per quanto riguarda l’assorbimento di nicotina, così la sperimentazione di e-cigarette da parte dei giovani sta diventando sempre più comune in tutta l’Europa.
Una revisione sistematica da parte della Cochrane Collaboration ha esaminato le prove disponibili sull’efficacia delle sigarette elettroniche sull’astinenza al fumo o nella riduzione del fumo. La revisione ha individuato un totale di 24 studi tra cui due RCT e 21 studi di coorte. Esistono solo due RCT pubblicati sulle sigarette elettroniche, ed entrambi hanno utilizzato modelli di sigaretta elettronica a basso contenuto di nicotina. Questi studi soffrono di numerose limitazioni metodologiche. I partecipanti che usavano una sigaretta elettronica avevano più probabilità di astenersi dal fumo per almeno sei mesi rispetto ai pazienti che avevano usato placebo EC (RR 2,29, 95% CI 1,05 a 4,96, placebo 4% contro e-sigarette 9%). Bullen et al ha condotto un confronto a tre bracci tra sigarette elettroniche (contenenti nicotina), sigarette elettroniche (senza nicotina) ed NRT in cerotti. Lo studio non ha rilevato alcuna differenza significativa tra la sigaretta elettronica (contenente nicotina) e i cerotti NRT, mentre entrambi erano superiori alle sigarette elettroniche (senza nicotina).
In termini di riduzione del fumo, le prove disponibili, seppure scarse, suggeriscono che le persone sono state in grado di ridurre il consumo di sigarette di almeno la metà con l’utilizzo delle sigarette elettroniche contenenti nicotina sia rispetto alle sigarette elettroniche contenenti placebo (RR 1,31, 95% CI 1,02-1,68, 2 studi; placebo 27% contro sigarette elettroniche 36%); sia rispetto ai cerotti (RR 1,41, 95% CI 1,20-1,67, 1 studio cerotto 44% contro sigarette elettroniche 61%). Risultati simili sono stati riportati dagli studi di coorte. In Italia Polosa et al. hanno testato la sigaretta elettronica “Categoria” tra i fumatori che non avevano voglia di smettere ed hanno segnalato che, dopo 24 mesi di follow-up, il 27.5% dei partecipanti aveva ridotto di oltre il 50% il consumo giornaliero di sigarette e che il 12.5% era astinente dopo 6 mesi di uso di sigarette elettroniche. Questi studi però hanno delle limitazioni metodologiche. Studi di laboratorio hanno anche scoperto che le sigarette elettroniche sono efficaci nel limitare la voglia di sigaretta nei fumatori.
C’è urgente bisogno di sperimentazioni cliniche per determinare l’efficacia, se presente, delle sigarette elettroniche nel promuovere l’astinenza del fumo. Le emissioni di particelle di sospensione totale (TSP) derivate dalle sigarette elettroniche sono circa 60 mcg / m3, 10-15 volte inferiori a quelle delle sigarette convenzionali. Per ciascuna delle diverse frazioni di PM, c’è una densità inferiore (da 6 a 21 volte) per le sigarette elettroniche rispetto alle sigarette convenzionali, ma i livelli superano ancora leggermente i valori stabiliti dalle linee guida dell’OMS sulla qualità dell’aria esterna. Il vapore simile al fumo prodotto da glicole etilenico o glicerolo è irritante quando l’esposizione viene ripetuta, ma non è stato trovato un effetto tossico nell’uso a breve termine. Recenti studi hanno esaminato la tossicità degli aromi utilizzati nei liquidi delle sigarette elettroniche. Lerner et. al. ha riferito che l’esposizione agli aerosol / liquidi di sigaretta elettronica provoca misurabili reazioni ossidative e infiammatorie nelle cellule e nei tessuti polmonari che potrebbero portare a conseguenze sanitarie non prevedibili. Recentemente sono state proposte tre revisioni sistematiche. Farsalinos e Polosa hanno esaminato i dati di laboratorio e clinici relativi al potenziale rischio di utilizzo delle sigarette elettroniche rispetto all’uso continuato della sigaretta ed hanno concluso che le sigarette elettroniche sono meno dannose rispetto ai rischi significativi del fumo continuativo. Pisinger e Dossing hanno riportato una revisione di 76 studi che hanno segnalato le conseguenze sanitarie dell’utilizzo di sigarette elettroniche. Gli autori hanno concluso che, a causa dei relativamente pochi studi e delle questioni metodologiche degli studi esistenti, nonché delle incoerenze e dei risultati tra gli studi pubblicati e della mancanza di follow-up a lungo termine, non si possono trarre conclusioni solide sulla sicurezza delle ECs. Gli autori hanno osservato, nonostante la mancanza di prove, che le sigarette elettroniche non debbano essere considerate innocue. La mancanza di studi affidabili ha indotto la maggior parte delle autorità nazionali a vietare la promozione di questo prodotto come prodotto di cessazione dal fumo“.
Eppure, nonostante tutto quanto premesso, verificato e messo nero su bianco, le conclusioni appaiono quantomeno bizzarre: “Non esistono prove sufficienti per valutare adeguatamente i rischi per la salute associati all’uso di sigarette elettroniche (livello di evidenza B). Non esistono prove sufficienti sull’efficacia delle sigarette elettroniche per sostenere il loro utilizzo come aiuto per la cessazione (livello di evidenza B). Non esiste alcuna evidenza di effetti avversi frequenti o gravi, ma non vi è alcuna prova di efficacia rispetto alla cessazione dal fumo. In considerazione dell’assenza di tali studi gli operatori sanitari non dovrebbero raccomandare questo prodotto (livello di evidenza B) C’è urgente necessità di sperimentazioni cliniche per determinare la sicurezza e l’efficacia, se esistente, delle sigarette elettroniche nel promuovere l’astinenza dal fumo“.
In sintesi: la sigaretta elettronica fa molto meno male del tabacco (tesi dimostrata); la sigaretta elettronica non produce fumo passivo (tesi dimostrata); la sigaretta elettronica riduce i danni causati dal fumo (tesi dimostrata); la sigaretta elettronica consente un graduale abbassamento di dosaggio della nicotina (tesi dimostrata); la sigaretta elettronica riduce notevolmente il consumo di tabacco (tesi dimostrata). Però, visto che la sigaretta elettronica può spingere i giovani a fumare (tesi non dimostrata), allora è bene non consigliarla ai pazienti adulti che vogliono smettere o provare a smettere di fumare.
Ognuno tragga le proprie conclusioni. E, alla luce dei fatti e delle prove, non sentitevi in colpa se non coincidono con quelle diffuse dalla Sitab.

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