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Oms, una scelta di campo netta contro le sigarette elettroniche

L'intervento del direttore generale oggi durante l'incontro dell'Executive Board richiama le posizioni espresse negli ultimi mesi.

L’Organizzazione mondiale della sanità sembra decisa a portare avanti la politica sulle sigarette elettroniche – o Ends, come sono chiamati in termine tecnico – che ha caratterizzato le sue prese di posizione negli ultimi mesi. Ne è la prova la 146esima sessione dell’Executive Board dell’organizzazione, in corso dal 3 all’8 febbraio a Ginevra. Si tratta dell’organo principale dell’Oms, composto da 34 membri eletti per tre anni, che decide l’agenda e le risoluzioni per l’assemblea generale annuale. “Le questioni in discussione quest’anno – spiega il sito dell’organizzazione – riguardano la risposta dell’Oms a gravi emergenze su larga scala; ricerca e sviluppo per malattie con potenziale epidemico; resistenza antimicrobica; poliomielite; principi per il consenso globale sulla donazione e la gestione di sangue, componenti ematici e prodotti medici di origine umana; e promozione per la salute dei migranti”.
Non si sa bene in quale categoria ricada per l’Oms la sigaretta elettronica, ma sta di fatto che oggi i delegati hanno dedicato un’ora – dalle 13 alle 14 – ad un briefing sugli Ends, cioè sulle sigarette elettroniche. E chi ha sperato che le ultime uscite dell’organizzazione fossero state un errore maldestro, è rimasto cocentemente deluso. Perché lo stesso direttore generale, il medico etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha richiamato molti dei concetti espressi nell’ormai famigerato Q&A pubblicato lo scorso 20 gennaio (e emendato il 29). Lo ha definito un “new nicotine phenomenon” emerso nell’ultimo decennio, rimproverando agli Ends di essere prodotti disegnati per attirare il consumatore (come per qualsiasi prodotto sul mercato, ndr), di essersi diffusi in molti mercati e di essere utilizzate da minori in alcuni Paesi.
Il dottor Tedros lamenta le “molteplici forme con molteplici caratteristiche” delle sigarette elettroniche, che pongono molteplici sfide alle autorità nazionali e giudica che il loro ruolo per la cessazione del fumo rimane incerto. E poi aggiunge: “Ecco quello che sappiamo: le sigarette elettroniche generano sostanze chimiche tossiche, che sono state collegare a effetti dannosi come malattie cardiovascolari e polmonari. E vi è una letteratura scientifica in aumento in alcuni Paesi, che indica che gli adolescenti che usano la sigaretta elettronica come minimo raddoppiano le possibilità di diventare fumatori nel futuro”. E anche se c’è ancora molto che non si sa su questi prodotti “sappiamo abbastanza per proteggere i nostri figli dai loro effetti dannosi”, ha concluso.
C’è anche un’altra cosa che appare ormai chiara. E cioè che l’Organizzazione mondiale della sanità ha scelto nettamente una parte della comunità scientifica, accettando studi controversi (come quelli sulle malattie cardiache e sul gateway effect). Ma, soprattutto, ignorando e banalizzando il lavoro, le posizioni e gli studi di una parte altrettanto grande di scienziati, medici e interi servizi sanitari che credono nella riduzione del danno da fumo e nella sigaretta elettronica come strumento per realizzarla. “Una cosa è chiara – ha tuonato il direttore generale – dobbiamo farci guidare dalla scienza e dalle evidenze”. Ed è l’augurio che ci facciamo tutti.

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