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Liquidi per sigarette elettroniche e pod mod: come cambia il mercato?

La diffusione dei vaporizzatori compatti ha riportato in auge i liquidi tradizionali, con una composizione in cui il glicole propilenico è almeno pari alla glicerina vegetale. Anche per i sapori si torna alla semplicità, perché la bassa potenza di questi dispositivi valorizza soprattutto i tabaccosi (sintetici o molto filtrati), le note fruttate e i liquidi mentolati.

L’avvento delle pod mod nel settore del vapore elettronico ha rappresentato senza dubbio una rivoluzione, sebbene per certi versi possa essere considerato una sorta di “ritorno al futuro”. In estrema sintesi, una pod mod è un dispositivo all-in-one, ovvero formato da un unico corpo contenente batteria, testina e tank; generalmente è di piccole dimensioni, è dotato di una batteria di capacità limitata (tipicamente, dai 340 ai 650 mAh) ed utilizza testine caratterizzate da una resistenza medio-alta (1,5-1,8 Ohm) e da un’ariosità contrastata, adatta ad un tiro di guancia. Esistono invero vaporizzatori commercializzati come pod mod ma caratterizzati da dimensioni più generose, potenze elevate e grande ariosità di tiro, ma si tratta di espedienti commerciali che tradiscono la natura stessa della pod mod, nata per essere estremamente maneggevole, leggera e da guancia.
Chi ha qualche anno di svapo alle spalle non potrà non notare che le caratteristiche tipiche delle pod mod ricalcano, quasi fedelmente, quelle dei vaporizzatori personali di prima generazione (eGo e simili) che hanno contribuito a far apprezzare questo importante strumento di riduzione del danno da fumo al grande pubblico. Senz’altro, però, la tecnologia ha fatto grandi passi da allora e le testine di vaporizzazione hanno raggiunto livelli di efficienza e sicurezza allora impensabili.
L’impatto che questa “nuova” tecnologia ha avuto sul mercato dei liquidi per sigaretta elettronica è stato importante, ma, in verità, non dirompente. Per quanto il progressivo affermarsi di dispositivi ad alta potenza, rigenerabili e adatti ad un tiro polmonare abbia contribuito a far spostare le preferenze dei consumatori verso liquidi più densi e vaporosi, dal gusto cremoso e fruttato, una solida base di vaper, forse più tradizionalisti, ha sempre continuato ad utilizzare dispositivi più maneggevoli e dal tiro più chiuso. Di conseguenza i produttori, pur ampliando enormemente la propria offerta per includere liquidi sempre più “tecnici”, vaporosi e ispirati alle più gustose preparazioni di pasticceria, hanno saggiamente (e proficuamente) continuato a commercializzare liquidi più tradizionali, che adesso si rivelano perfetti anche per le nuove pod mod.
Questi piccoli vaporizzatori personali, infatti, richiedono liquidi non particolarmente densi, contenenti non più del 50 per cento di glicerolo (VG); e poiché utilizzano testine non rigenerabili – o, quanto meno, testine non progettate per essere rigenerate – non sono adatti ad essere utilizzati con liquidi pesantemente aromatizzati o con estratti naturali di tabacco, che lasciano troppi residui sulle resistenze, causando una prematura usura della testina.
Il primo aspetto da valutare, scegliendo un liquido per una pod mod, è quindi la composizione della base: sono da evitare i liquidi “full VG” o 70VG/30PG; una base classica 50/50 è senz’altro più adatta. Ma la limitata potenza dei dispositivi, che tendenzialmente attenua la percezione del gusto e l’hit in gola, consiglierebbe di utilizzare liquidi con prevalenza di PG (glicole propilenico); sul mercato sono ancora disponibili liquidi con base 40VG/60PG, mentre sono ormai quasi del tutto scomparsi quelli che utilizzano una base 20VG/80PG, forse ritenuti troppo poco vaporosi dai consumatori. Indubbiamente, un così scarso contenuto di VG rende il liquido estremamente fluido, e in molti vaporizzatori di vecchia data ciò causava piccole perdite; ma l’elevata tenuta stagna di molte delle pod mod oggi sul mercato permetterebbe di utilizzare senza problemi liquidi in base 20VG/80PG, o addirittura 100% PG: un liquido che, data la totale assenza di glicerolo, produce pochissimo vapore ed è quindi adatto ad essere utilizzato in tutte quelle occasioni in cui si rende necessario svapare con estrema discrezione o addirittura senza essere notati affatto (il cosiddetto svapo “stealth”).
Per quest’ultimo particolare utilizzo delle pod mod, il mercato, oggi, non offre liquidi pronti adatti, ma di nuovo la rivoluzione imposta da questi nuovi dispositivi ha causato una sorta di ritorno al passato, dando nuovo impulso alla composizione fai-da-te dei propri liquidi: utilizzando infatti PG, VG, aromi e nicotina come ingredienti separati (ovviamente certificati e a norma di legge) e combinandoli a proprio piacimento è possibile costruirsi il liquido per pod mod perfetto per le proprie esigenze. L’elevata percentuale di PG agevola la percezione dell’aroma, permettendo un’aromatizzazione più leggera e rispettosa delle testine, e rende più avvertibile l’hit, compensando le naturali carenze del dispositivo. Sotto l’aspetto dei gusti dei liquidi, si evidenzia che le pod mod sono adattissime ad essere utilizzate con liquidi tradizionali, dal gusto tabaccoso, fruttato o mentolato, ma con alcune necessarie specificazioni.
I liquidi tabaccosi più adatti sono quelli di origine sintetica, da sempre più rispettosi delle resistenze; ma va segnalata la presenza sul mercato di liquidi tabaccosi ottenuti con estratti naturali di tabacco fortemente filtrati, in modo da ridurre i depositi sulle resistenze e rendere il prodotto maggiormente compatibile con le pod mod. Alcuni produttori hanno recentemente offerto sul mercato linee tabaccose naturali specificamente studiate per pod mod, ma in verità questi tabaccosi organici ad alta filtratura esistevano già ben prima, trattandosi di liquidi destinati agli utilizzatori di testine non rigenerabili. Non si può peraltro sottacere che l’elevata filtratura degli estratti di tabacco spesso causa una perdita di naturalezza nel gusto percepito, arrivando in alcuni casi a rendere la resa organolettica di questi liquidi paragonabile a quella dei tabaccosi di sintesi e vanificando, quindi, il piacere di assaporare un “vero” gusto di tabacco.
I liquidi fruttati, invece, non hanno di questi problemi: per la quasi totalità, i gusti fruttati (non cremosi) lasciano pochi residui sulle testine e spesso restituiscono un aroma naturale e convincente. Il problema con questi liquidi è la temperatura di svapo: solo alcuni gusti infatti risaltano meglio alle temperature, non particolarmente alte, che caratterizzano molte pod mod. Agrumi, fragola, ananas e altri frutti dal gusto nitido e asprigno rendono perfettamente anche a basse temperature e sono decisamente adatti ad uno svapo di guancia; frutti dal gusto più pastoso, come mango, banana e cocco, meritano invece una potenza di svapo ed un’ariosità di tiro che non si possono richiedere ad una pod mod.
Una nota a parte va fatta sulle componenti mentolate, che sempre più spesso troviamo oggi abbinata ad una base fruttata. In linea generale, anche i liquidi mentolati si prestano bene ad essere svapati con questi piccoli dispositivi, ma anche sotto questo aspetto si nota una sorta di ritorno al passato, in quanto le nuove molecole “glaciali” di scuola malese, oggi molto popolari ed apprezzate, mal si adattano al tiro di guancia tipico delle pod mod: non solo questi liquidi non possono essere apprezzati correttamente, essendo tipicamente calibrati per uno svapo polmonare, ma addirittura le molecole “glaciali” tendono a dare fastidio in gola, se svapate di guancia. Le molecole fresche utilizzate invece prima dell’avvento dei liquidi “malesiani”, ovvero gli estratti di menta e mentolo, nonché la nota koolada, risultano molto più adatte ad un tiro di guancia, e sono molto godibili a basse potenze di svapo.
Un ultimo accenno va infine fatto in relazione alla nicotina eventualmente utilizzata nei liquidi da utilizzare nelle pod mod. Infatti, questi dispositivi sono tipicamente utilizzati da vaper che hanno necessità e piacere di avvertire un netto “colpo in gola”, per cui è da sconsigliare l’uso di sali di nicotina, che invece sono caratterizzati da una quasi totale assenza di hit. E se si utilizzano liquidi tradizionali, va comunque ricordato che le pod mod, come accennato, tendono ad attenuare leggermente l’hit e mal sopportano un utilizzo compulsivo e continuato, per cui è opportuno aumentare leggermente il tenore di nicotina nei liquidi utilizzati. Se per esempio, con un normale vaporizzatore da guancia, si utilizza abitualmente un tenore di nicotina a 6 mg/ml, in una pod mod può essere opportuno aumentare il livello a 8-10 mg/ml, per arrivare eventualmente anche a livelli superiori (12-16 mg/ml, magari su base 100% PG) nel caso in cui la pod mod venga utilizzata esclusivamente per un occasionale svapo “stealth”, in modo da rendere sufficienti pochi tiri per assumere il quantitativo di nicotina desiderato.

(articolo tratto dalla rivista bimestrale Sigmagazine #18 gennaio-febbraio 2020)

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