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Studio americano: perché alcuni fumatori rifiutano la sigaretta elettronica?

Ricercatori di Atlanta indagano sulle motivazioni di chi ha abbandonato l'e-cig e di chi non vuole provarla per smettere di fumare.

Quali sono i motivi per cui alcuni fumatori che erano passati alla sigaretta elettronica hanno smesso di usarla, tornando al tabacco combusto? E quali sono le ragioni per cui altri fumatori rifiutano di provarla? Sono domande a cui un gruppo di ricercatori della Scuola di salute pubblica della Georgia State University di Atlanta, negli Usa, ha cercato di rispondere con uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Drug and Alcohol Dependence. Gli autori, coordinati da Scott R. Weaver, partono dal presupposto, dichiarato nell’introduzione, che “il peso delle evidenze scientifiche sui sistemi elettronici di somministrazione della nicotina (Ends) indica che questi prodotti possono essere una fonte di nicotina significativamente meno dannosa, sebbene non innocua, per i fumatori” e rappresentare, dunque, “nelle giuste condizioni” un progresso per la salute pubblica.
Perché questo accada, però, è fondamentale capire cosa spinge i fumatori, che hanno provato a fare il cosiddetto switch, ad abbandonare l’e-cigarette o cosa rende i tabagisti talmente diffidenti da non provarla nemmeno. Prima di riportare i risultati, però, è bene notare che i dati sono stati ricavati da un campione di 1843 fumatori americani che aveva partecipato al sondaggio trasversale annuale Tobacco Products and Risk Perception per gli anni 2017 e 2018. Lo studio stesso, sebbene pubblicato ieri, è stato inviato alla rivista il 14 maggio del 2019. Quindi non tiene conto della martellante campagna anti vaping che si è avuta negli Usa negli ultimi sei mesi. Forse oggi qualche risposta sarebbe diversa.
I risultati sono comunque molto interessanti e ci dicono che il 39,9% del campione non aveva mai usato una e-cigarette, il 23,4 lo aveva fatto ma mai in maniera regolare, mentre l’8,1% era stato un utilizzatore regolare. Il 20,3% di chi aveva usato l’e-cig, l’aveva abbandonata perché “non dava la sensazione di una vera sigaretta”. Questa è la prima motivazione, addotta soprattutto da chi usava sistemi non ricaricabili. Il 20,3% dichiara di aver provato l’elettronica “solo per sapere com’era”, mentre il 14,4% dichiara che “non l’aiutava a contrastare l’astinenza da fumo”. Da notare che il 10,2% degli intervistati ha abbandonato il vaping perché “preoccupato che non fosse abbastanza sicuro”, una percentuale che si può presumere sarebbe più alta se la rilevazione fosse fatta oggi. Seguono questioni economiche (per il 5,2% costavano troppo), le difficoltà nel trovare i ricambi o utilizzarle, i consigli dei medici (all’1,2% è stato detto di smettere di usare l’e-cig da un medico) e l’imbarazzo a usarla in pubblico.
Veniamo a quei fumatori che non hanno mai provato la sigaretta elettronica. Qui era possibile scegliere più di una risposta fra quelle fornite dai ricercatori. Il 60% del campione dichiara di “non voler sostituire una dipendenza con un’altra”, come se le due fossero sullo stesso piano. Il 52,7% dei fumatori teme che le e-cig “non siano abbastanza sicure” e il 52% non crede che aiuterebbero a smettere o a diminuire il fumo. Fra le motivazioni seguono il costo eccessivo, il non voler smettere di fumare, la difficoltà di orientarsi fra troppi prodotti, la difficoltà a procurarsele, l’imbarazzo a usarle in pubblico e altro.
Nelle intenzioni degli autori, che ribadiscono come l’uso esclusivo della sigaretta elettronica sia meno dannoso per i fumatori, questi dati dovrebbero servire per “permettere agli Ends di sviluppare il loro potenziale di riduzione del danno”. È necessario, spiegano, rendere questi strumenti più attraenti per i fumatori. “Regolamentazioni e politiche – scrivono – dovrebbero garantire che i prodotti sul mercato somministrino la nicotina in maniera simile alle sigarette, permettendo ai produttori di migliorare aspetti importanti per i fumatori. Sforzi nel campo della comunicazione e dell’informazione aiuterebbero i fumatori a capire in quali condizioni gli Ends sono più efficaci per smettere di fumare, informandoli dei rischi relativi e assoluti”. Purtroppo, però, non è questa la strada che si sta percorrendo, non solo negli Stati Uniti.

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