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“L’Amministrazione non può sostenere gli sforzi controproducenti della proposta di legge H. R. 2339 tesi a limitare l’accesso a prodotti che possono fornire un’alternativa meno dannosa a milioni di adulti che fumano sigarette a tabacco combusto”. La presa di posizione dell’Amministrazione Trump, datata 27 febbraio, arriva come una bomba inaspettata nel dibattito in corso negli Stati Uniti. Il riferimento è alla proposta di legge che ha come primo firmatario il deputato Fank Pallone, denominata “Reversing the youth tobacco epidemic act 2019”, che introdurrebb, fra l’altro, un divieto valido per tutti gli Usa delle vendite online e dell’uso di aromi diversi da tabacco per le sigarette elettroniche.
La Casa bianca ha risposto con un documento proveniente dall’Ufficio esecutivo del presidente, nel quale si apprezzano gli sforzi legislativi per “proteggere i minori americani dai danni della dipendenza e dai pericolosi prodotti del tabacco”. Ma subito dopo aggiunge: “Purtroppo, tuttavia, questa proposta di legge contiene misure che non sono sostenute dalle prove scientifiche sulla riduzione del danno e dalle abitudini tabagiche degli americani e una misura che suscita perplessità costituzionali“.
E dopo aver manifestato sulle preoccupazioni di impedire ai fumatori l’accesso ai prodotti che riducono il rischio, l’Amministrazione boccia anche il divieto sugli aromi e sulle vendite online. “I problemi su questo tipo di vendita possono essere affrontati applicando tecnologie di verifica dell’età, non, come farebbe questa legge, vietandola del tutto”. Le perplessità costituzionali riguardano invece il divieto di marketing e pubblicità che “attirano individui con meno di 21 anni”. Una formulazione giudicata troppo vaga per passare il vaglio della costituzionalità.
Il documento chiarisce che la protezione dei minori dai danni del tabacco è una priorità dell’Amministrazione Trump, che ha già fatto passi in questo senso. Per esempio portando il divieto di vendita di questi prodotti dai 18 ai 21 anni, limitando alcune pratiche di marketing, sorvegliando e sanzionando, quando necessario, siti internet, social media e altre pubblicazioni. Ma, secondo l’Amministrazione, è l’approccio complessivo di questa legge a essere sbagliato e qui il presidente rilancia la proposta di creare un nuovo ente per la regolamentazione del tabacco in seno al Ministero della salute e completamente staccato dalla Food and drug administration.
Per tutti questi motivi, si legge nel documento, “l’Amministrazione non può sostenere la proposta di legge H. R. 2339 nella sua formulazione attuale”. E poi aggiunge in conclusione: “Se presentata al presidente nella sua attuale formulazione, i consiglieri senior del presidente raccomanderebbero di porre un veto alla legge”. Sembra essere passata molta acqua sotto i ponti da quando, lo scorso settembre nel pieno della crisi di malattie polmonari, il presidente Trump dichiarava in conferenza stampa di voler vietare tutti gli aromi nelle sigarette elettroniche. A quanto si dice, la spinta a pronunciare quelle parole era venuta dal Ministro della salute Azar e dalla first lady Melania. In mezzo c’è stato l’incontro con tutti gli interessati alla materia, compresi i rappresentanti di industria e consumatori di e-cigarette, e una continua, instancabile campagna della comunità del vaping.
Dunque il presidente ha scelto la strada della razionalità, cercando di coniugare protezione dei minori e riduzione del danno per i fumatori adulti. Una posizione che ha un senso anche dal punto di vista politico. In vista delle prossime elezioni presidenziali, il proibizionismo ha già il suo campione nel democratico Mike Bloomberg, nell’eventualità non scontata che dovesse vincere la presidenza. Donald Trump ha scelto di sedersi dall’altra parte.