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The Economist, un video per sfatare i miti contro la sigaretta elettronica

Il prestigioso periodico britannico: le sigarette elettroniche possono essere una svolta per la salute pubblica.

Si intitola “Vaping, what are people getting wrong” (Quello che il pubblico sta capendo male) il video realizzato da uno dei più prestigiosi e autorevoli periodici a livello internazionale, il settimanale britannico The Economist. Nei quasi 13 minuti di durata, il lavoro riesce, con l’aiuto di molti esperti, a toccare tutti i punti salienti della questione sigaretta elettronica – dalla crisi di malattie polmonari alla cosiddetta epidemia fra i minori degli Usa, dai reali effetti della nicotina all’efficacia dell’e-cigarette per smettere di fumare – con l’intento di sfatare “alcuni miti sui prodotti per la vaporizzazione a base di nicotina che non sono supportati dalla ricerca scientifica”.
Le sigarette elettroniche possono essere una svolta per la salute pubblica, aiutando milioni di persone a smettere di fumare”, dice il servizio in apertura. Il perché lo spiega il professore Robert West, dello Univesity College London: “Circa 7 milioni di persone muoiono ogni anno perché fumano. Le sigarette elettroniche possono fornire una via per abbandonare il fumo a molte di quelle persone”. Ma, ricorda la giornalista, dopo circa un decennio dalla loro comparsa le e-cigarette sono più controverse che mai. Il riferimento, ovviamente, è alle vicende degli Stati Uniti e alle loro conseguenze: una situazione in cui “i fatti sono andati in fumo”.
Il video ripercorre lo sviluppo della psicosi negli Usa, dando spazio anche a titoli e servizi dei media poco accurati, alle reazioni scomposte di molti politici che hanno invocato divieti parziali o totali dei prodotti del vaping. “Però le malattie polmonari – si puntualizza – non sono causate da prodotti a base di nicotina, ma da prodotti per la vaporizzazione illegali a base di cannabis”. In particolare all’acetato di vitamina E, aggiunto ai liquidi con Thc (la sostanza psicoattiva della cannabis) per rendere il liquido più denso e farlo apparire più potente. Infatti, ricorda il servizio, al mondo vi sono oltre 40 milioni di utilizzatori di sigaretta elettronica, ma queste malattie si sono verificate solo negli Stati Uniti.
La colpa è anche del mercato poco regolamentato americano, della legalizzazione a macchia di leopardo della cannabis. “Mettendo insieme queste due cose – commenta West – abbiamo una situazione molto pericolosa”. La forte confusione fatta però da medici e autorità sanitarie fra prodotti con nicotina e quelli illegali alla cannabis, ha fatto sì che gran parte del pubblico ritenga che siano le sigarette elettroniche a causare danni alla salute. “La nostra preoccupazione – sottolinea il professor West – è che i vaper, che hanno usato l’e-cigarette per smettere di fumare, tornino alla sigaretta tradizionale. Se succede, si perderanno molte vite”.
The Economist affronta anche il problema dell’uso diffuso fra i minori, quella che il Surgeon General Jerome Adams ha ufficialmente dichiarato un’epidemia negli Stati Uniti. “È una sorta di isteria di massa – commenta West – il problema non è assolutamente come è stato descritto dalle autorità sanitarie americane. Le prove scientifiche non giustificano l’uso di quel tipo di linguaggio”. Con un grafico, il video spiega quanto emerso da diverse analisi. E cioè che ci sono molti adolescenti che provano la sigaretta elettronica, ma che il numero degli utilizzatori regolari è molto più basso e quasi interamente limitato a chi già fumava.
Numeri che danno a West il la per affrontare il tema della dipendenza da nicotina. “Mentre con le sigarette la probabilità di diventare fumatore è molto alto – spiega – quelle di diventare vaper regolare per chi prova l’ecigarette è molto bassa”. Un fenomeno che ha messo in dubbio che sia la nicotina di per sé a causare una forte dipendenza, o se questa non sia dovuta, piuttosto, alla combinazione con altre sostanze presenti nel fumo. Una questione su cui sono stati condotti studi scientifici. Il professore lamenta anche la confusione fra il fumo e la nicotina, “che non è quella che causa i danni”. Una certezza che viene dall’esperienza della Scandinavia, dove si consumano alte dosi di nicotina con lo snus, senza avere i danni causati dal fumo. E tuttavia la Food and Drug Administration ha lanciato una campagna sui danni che la nicotina causa al cervello degli adolescenti. “La base di questo allarme – afferma West – sono studi condotti sugli animali, ma l’epidemiologia non conferma questa visione”. E poi spiega: “Le persone usano la nicotina da secoli. Se causasse questi danni cerebrali permanenti negli adolescenti, non lo avremmo visto?”.
Nel video trova spazio anche l’esperienza di Marc Slis, Il negoziante del Michigan che ha sfidato il governatore del suo Stato e che sostiene l’importanza degli aromi nei liquidi per smettere di fumare. Da pochi giorni negli Usa è entrata in vigore una legge federale che vieta aromi diversi da mentolo e tabacco nelle cartucce precaricate per e-cig, mentre con il plauso dell’Oms 30 Paesi in tutto il mondo vietano completamente le sigarette elettroniche. “Per molti di noi è una cosa folle – commenta ancora Robert West – perché si tratta proprio di quei Paesi con alte percentuali di fumatori”. Per esempio il Libano, spiega la giornalista, dove il 26% di tutte le morti maschili sono collegate al fumo.
La soluzione suggerita nel servizio è quella di regolamentare il settore del vaping, come accade in Europa, per riuscire a massimizzare i suoi benefici per i fumatori, preservando i minori e i non fumatori. E tenendo sempre a mente che Public Health England, l’agenzia del Ministero della salute britannico, stima che la sigaretta elettronica sia del 95% meno dannosa del fumo.

 

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