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Covid-19, Canada diviso sull’apertura dei negozi di sigarette elettroniche

L'allarme dell'Association canadienne du vapotage: la chiusura dei vape shop è un regalo d'oro all'industria del tabacco.

La chiusura di tutti i negozi di sigarette elettroniche è un regalo d’oro all’industria del tabacco”. A lanciare l’allarme per la situazione dei vaper canadesi è l’Association canadienne du vapotage (Avc). Lo scorso 20 marzo l’associazione aveva diramato un appello ai diversi governi dello Stato federale, chiedendo “di considerare i negozi di sigarette elettroniche riservati agli adulti come un servizio essenziale”, lasciando che restassero aperti “in conformità alle direttive di distanziamento sociale prescritte dai responsabili della salute pubblica”. Il vaping, sottolineava la nota, è per molti uno strumento essenziale per gestire la dipendenza da nicotina, una cosa particolarmente importante nei momenti di stress come quelli indotti dalla pandemia di Covid-19.
L’importanza dei 1.200 negozi specializzati nello svapo, spiegava Avc, consiste nell’offrire ai vaper prodotti con aromi e bassa concentrazione di nicotina che non si trovano altrove. “Le catene di supermercati – continua la nota – vendono i liquidi delle aziende del tabacco, che contengono quantità di nicotina che vanno dai 17 ai 59 mg/ml”. Insomma, in Canada come altrove, la preoccupazione è che la restrizione sui vape shop possa spingere il milione e cento di svapatori del Paese a tornare alle sigarette tradizionali, per l’impossibilità di reperire prodotti adeguati alle loro necessità.
Istanze che sono state accolte solo in parte e non da tutti. In particolare il Quebec, dove si trova Montreal che ospita la sede dell’associazione, ha scelto la linea dura. Dopo tre giorni di discussione, in cui si erano accese le speranze, il governo ha confermato la chiusura dei negozi di sigarette elettroniche e il divieto di vendita online per i prodotti del vaping. “Chiusi nelle nostre case, con i nostri bambini, fumiamo tabacco. Incredibile!”, commenta l’associazione dal suo profilo Twitter.
Non tutti gli Stati canadesi, per fortuna, hanno adottato la politica del Quebec. L’Alberta, per esempio, ha incluso i vape shop nella lista degli esercizi che offrono servizi essenziali, consentendo loro di rimanere aperti, a patto che osservino tutte le precauzioni igienico-sanitarie previste dalla legge. Le vendite a distanza sono state invece ammesse dal Saskatchewan, l’Ontario e Terranova. L’Association canadienne du vapotage non si arrende e continua la sua battaglia, sperando che anche il Quebec finisca per allinearsi ai suoi vicini.

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